Louis-Ferdinand Céline: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Louis-Ferdinand Céline==
*Ferdinand ha sempre avuto dentro un diavolo impaziente di torturare gli amici per mettere alla prova la loro fedeltà o soltanto per esibizione o soltanto per ridere... Dio sa se da parte sua ho saputo di amicizie, benevolenze, buffonate ripagate con carognate insigni, aberranti addirittura. ([[Robert Le Vigan]])
 
*L'arte non è mai duplicazione del reale: e Céline ci fornisce un documento prezioso e indicativo. Lo scrittore ci consegna l'allucinazione che la realtà provoca in lui. Si confronta con gli avvenimenti per individuare le allucinazioni che producono dentro di lui. Narra il reale attraverso il processo alienante con il quale è vissuto nei segreti della sua psicologia. E ne vengono fuori aberrazioni, rimorsi, speranze e le grandi paure. ([[Francesco Grisi]])
*Mescolando al realismo epico la poesia del linguaggio, Céline è il [[François Rabelais|Rabelais]] di oggi, un Rabelais senza la salute, senza l'ottimismo né la fiducia nell'uomo. Un Rabelais senza illusioni:''Creperò nella vergogna, l'ignominia e la povertà e tutto questo per imbecillità.'' Un Rabelais nero. Il Rabelais che meritiamo, il Rabelais dell'era atomica. ([[Jean-Louis Bory]])
 
===[[Robert Poulet]]===
*Céline il bambino, lo scemo del villaggio, il mostro, il brontosauro fossile. L'imbrattacarte con gli occhiali cerchiati di ferro sul naso e la penna sapiente che corre, dove crepita una scintilla luminosa... Povero Céline! Caro Céline!!
*Il presunto giardiniere veste una sudicia pelandrana, ha il viso scavato, da anacoreta stanco, dove la bocca dolorosamente contratta contraddice gli occhi socchiusi e attraversati da una fiamma dura. Si tratta del dottor Destouches, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Louis-Ferdinand Céline, autore del più clamoroso successo letterario d'anteguerra, creatore di quel Bardamu cui somiglia fino a sembrarne il sosia, aggiungendovi forse una maggiore sciatteria, volgarità, pittoresca misantropia (e invincibile candore).
*Il volto sempre più scavato, disfatto dalla sofferenza. L'occhio sinistro socchiuso, l'espressione nobile e prostrata, la calma del martire che dosa le ultime risorse. L'occhio destro spalancato, bruciante, pungente, duro... Qualcosa di canzonatorio, beffardo, plebeo: da osservatore scafato, da monello parigino... mentre nell'occhio sinistro vive il galantuomo stravolto dal dolore, colui che ha voluto dire al prossimo suo cose utili e urgenti; e l'hanno fatto a pezzi, senza un perché.
*Molti guerrafondai erano ebrei. L'autore del ''Voyage'' non aveva nulla contro Israele. Anzi, aveva sempre mantenuto ottimi rapporti con molti israeliti. Nei suoi due primi romanzi non c'è un solo spauracchio col naso adunco. Tutto è cominciato intorno al 1933: prime avvisaglie di guerra. Se fossero stati i cinesi o gli anabattisti a volerla, [[Céline]] li avrebbe trattati con la stessa virulenza, senza preoccuparsi di prudenti eufemismi.
 
==Note==