Orson Scott Card: differenze tra le versioni

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* — Donnola — disse la Regina Bella — tu sai ora come sono stata servita. Dimmi... è giusta la mia vendetta?<br/>— Ti è stato fatto un torto — disse la Principessa dei Fiori.<br/>— È giusta la mia vendetta?<br/>— Sei giusta a vendicarti.<br/>— Ma la mia vendetta è giusta? — Bella sorrise, come la benedizione di un santo.<br/>— Solo se ti vendichi di coloro che ti hanno fatto del male, e solo se la tua vendetta è uguale al torto subito.<br/>— Suvvia, ho sentito dire che posso contare su Donnola Bocca-di-Verità per sentire il vero. Te lo chiedo per la quarta volta... sono giusta?<br/>— No — disse la Principessa dei Fiori.<br/>— Bene — disse Bella. — Sono stata trattata ingiustamente, e a meno che la mia vendetta non sia mostruosamente ingiusta, non sarò soddisfatta. (p. 36-37)
* Allora scappò dal droghiere, stringendo in mano le sue poche monete di rame. Ma paura o non paura, voleva essere sicuro; così si fermò poco lontano, a guardare: e proprio come aveva pensato, Glasin riuscì a far stare tutta la sua mercanzia nel carretto, a parte la roba marcia. E per proteggere del cibo marcio, Orem avrebbe dovuto aspettare tutto il giorno, senza essere pagato. Non c'era onore a Inwit, neanche un briciolo, e questo lo rese più timoroso che mai della punta del pugnale che gli era stata puntata contro la pancia. Un pugnale aveva solo una punta, ma un traditore colpisce da qualsiasi parte, dicevano, e solo adesso Orem capiva quanto fosse vero (p. 69)
* Orem li guardò per la prima volta, adesso che la guardia lo teneva sollevato. C'erano tre magistrati, su un'alta pedana, con una rete di ferro fra loro e Orem. Indossavano maschere, terribili maschere bianche e verdi come la putrefazione, e lo guardavano implacabili come Dio, perché le maschere non sbattono le palpebre. (p. 137)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==