Vincenzo Cardarelli: differenze tra le versioni

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==''Memorie della mia infanzia''==
*Sono nato e cresciuto in [[Maremma]], a poca distanza dal mare, in un [[Tarquinia|paese]] urbano e campagnolo, rustico e civile, che ha serbato intatto il secolare orgoglio della sua piccola cerchia antica, torreggiante e murata, e tiene la qualità di forestiero per indice di villania. Circondato da un territorio amplissimo e diverso d'aspetti e di natura, qui grasso e ferace, onusto di biade, di frumento, di vigne, di orti e di canneti, là isterilito e impraticabile pei sassi affliggenti della vecchia [[Etruria]] ventosa che biancheggiano un po' da per tutto, lo guarda dall'alto d'una collina strapiombante a valle con nobile e disinteressata sonnolenza e, venuta la sera, chiude le sue porte massicce alla campagna atra e disabitata. È esposto a mare e monte, e ne sorveglia le strade, rifiata lo scirocco e la tramontana, ma i venti variano e passano su di esso come le eterne stagioni, né dal tempo dei tempi sono buoni da raccontargli più nulla. Il suo costume non cambia. (Paravia, p. 652)
*Qui rise l'[[Etruschi|Etrusco]], un giorno, coricato, cogli occhi a fior di terra, guardando la marina. E accoglieva nelle sue pupille il multiforme e silenzioso splendore della terra fiorente e giovane, di cui aveva succhiato il mistero gaiamente, senza ribrezzo e senza paura, affondandoci le mani e il viso. Ma rimase come seppellito, il solitario orgiasta, nella propria favola luminosa. Benché la gran madre ne custodisca un ricordo così soave che, dove l'[[Etruria]] dorme, la terra non fiorisce più che [[asfodelo|asfodeli]]. La primavera che giunge con rigide ariette da settentrione indugia un poco su quei colli tristi e logori, disertati dai lavori dell'uomo. Fruga le rare erbe che a contatto dei suoi acri fiati mattinali si gelano. Poi fugge via come impazzita.<br>Il suo regno è verso il mare. (Paravia, p. 653)
*Terra stoppiosa e bruciata in estate, caldissima e indolente, sbavata dal vento di mare, lambita dal canto dei bifolchi, immelanconita dal canto delle cicale. Terra bacchica, invece, per i suoni e le danze della {{sic|svignatura}}. Vera terra da ottobrate. Ecco il mio paese. (Paravia, p. 654)
 
==''Parliamo dell'Italia''==