Eugenio Salomone Camerini: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Irene di Spilimbergo]]}} [...] donna di elevato spirito, perita in musica e di molta lettura. Fu allevata parte ove nacque<ref>Spilimbergo, comune del Friuli-Venezia Giulia.</ref> e parte in Venezia. D'ingegno vivace, non stette contenta ai lavori d'ago e di ricami, ove assai valse, ma attese con profitto alle lettere.<br>Leggeva attentamente, notando ne' margini, od estraendo quello che a lei pareva degno d'osservazione. (p. 89)
 
*{{NDR|Irene di Spilimbergo}} Era nemica mortale dell'ozio. Aveva preso il costume di levarsi il verno due o tre ore innanzi al giorno, e con poca sollecitudine della sua salute, che soffriva dal troppo vegliare e dal freddo. Quando le era detto di aversi cura, ella rispondeva: «A che aver tanto riguardo a questo corpicciuolo, ch'altro non è che vil fango e poca polvere?» (p. 90)
 
*Parecchi bei ritratti si citano di [[Caterina Corner|Caterina {{NDR|Corner}}]]: l'uno, e fu quello mandato ad innamorarne il re di Cipro, era opera di un Dario da Trivigi. Ella aveva allora dai quattordici ai quindici anni. Il {{sic|Corbeltaldo}}<ref>Antonio Colbertaldo, biografo di Caterina Corner.</ref>, rifatto dal Carrer, dice miracoli della bellezza di lei: la fronte pari ad un chiaro cielo; le {{sic|guancie}}, rose vermiglie; le labbra, coralli; i denti, perle; il collo, neve; le ciglia, nere, vaghe, lucide; gli occhi due stelle. Dal velo che non bene lo copriva, {{sic|tralucea}} il colmo e ben tornito seno – le chiome d'oro – avvolte in rete pure di color d'oro. Più tardi queste bellezze dell'adolescenza scemarono un poco ''per la statura traente al piccolo male accompagnata ad un corpo alquanto pinguetto'' (Carrer); ma gli occhi sfolgoravano più vivaci che mai [...]. (p. 100)