Benedetto Croce: differenze tra le versioni

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Opere
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===[[Citazioni]]===
* Mi stava vivo nel ricordo [[Enrico Cenni]], cattolico e liberale, napoletano e italiano, giurista e filosofo, così come l'avevo conosciuto negli ultimi suoi anni, con l'alta persona, i canuti capelli, gli occhi scintillanti, e mi pareva non solo comandarmi con la sua autorità l'accoglimento di quei concetti, ma, col richiamarmi ai doveri della pietà filiale, farmi vergognare di avere altra volta tenuto in proposito assai diverso pensiero. Pure, alla fine, non senza qualche riluttanza, il mio spirito critico riprese il sopravvento, e cominciai mentalmente a discutere col bravo Cenni, come se egli fosse ancora vivente ed io presso al suo letto d'infermo, dove mi recavo a visitarlo. (p. 19)
* È ormai noto: il Vespro siciliano, che ingegni poco politici e molto rettorici esaltano ancora come grande avvenimento storico, laddove fu principio di molte sciagure e di nessuna grandezza. Non la conquista angioina, ma quella ribellione e distacco della Sicilia infranse l'unità della monarchia normanno-sveva, ne fiaccò le forze, le rapì la sua storica missione, e diè origine veramente al regno di Napoli, a quel «Regno» che visse più secoli di vita e di cui molte tracce permangono nelle odierne condizioni sociali e nei costumi di queste terre. (pp. 30-31)
* Il possesso del regno di Napoli fu per la Spagna un accrescimento di potenza politica, e più ancora di prestigio, e un punto d'appoggio militare, ma, tutto sommato, una passività economica. (p. 189)