Benedetto Croce: differenze tra le versioni

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Storia del Regno di Napoli
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*La rappresentazione della realtà e la bellezza sono in arte la stessa cosa, e [...], dove si sente che manca la bellezza, manca nient'altro che la perfezione stessa del rappresentare. (cap. XIX, ''Balzac''; p. 247)
*È proprio delle democrazie preferire in arte i valori scadenti ai genuini, che sono aristocratici e antiutilitari. ("Schiller")<ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
 
==''Storia del Regno di Napoli''==
===[[Incipit]]===
Qualche tempo fa, nel mettere ordine tra i miei libri e nel riunire in un solo scaffale tutti quelli attinenti alla storia napoletana, mi tornò tra mano il raro volume di Enrico Cenni, ''Studi di diritto pubblico'', e lo lessi da cima a fondo come non avevo fatto per l'innanzi.
 
===[[Citazioni]]===
* È ormai noto: il Vespro siciliano, che ingegni poco politici e molto rettorici esaltano ancora come grande avvenimento storico, laddove fu principio di molte sciagure e di nessuna grandezza. Non la conquista angioina, ma quella ribellione e distacco della Sicilia infranse l'unità della monarchia normanno-sveva, ne fiaccò le forze, le rapì la sua storica missione, e diè origine veramente al regno di Napoli, a quel «Regno» che visse più secoli di vita e di cui molte tracce permangono nelle odierne condizioni sociali e nei costumi di queste terre. (pp. 30-31)
* Il possesso del regno di Napoli fu per la Spagna un accrescimento di potenza politica, e più ancora di prestigio, e un punto d'appoggio militare, ma, tutto sommato, una passività economica. (p. 189)
* La Spagna governava il regno di Napoli come governava sé stessa, con la medesima sapienza o la medesima insipienza; e, per questo rispetto, tutt'al più si può lamentare che il regno di Napoli, poiché doveva di necessità unirsi ad altro stato più potente, cadesse proprio tra le braccia di quello che era il meno capace di avvivarne la vita economica, e col quale non gli restava da accomunare altro che la miseria e il difetto di attitudini industriali e commerciali. (p. 190)
* Pure, nel crollo che seguì, quello stato che fu l'antico regno di Napoli non moriva del tutto ingloriosamente, e il suo esercito — quella parte del suo esercito che non si era dissipata o unita alla rivoluzione — salvò l'onore delle armi sul Volturno e a Gaeta. E noi dobbiamo inchinarci alla memoria di quegli estremi difensori, tra i quali erano nobili spiriti, come quel Matteo Negri che nel ‘48 era andato anche lui alla difesa di Venezia, ma nel ‘60 non seppe staccarsi dalla bandiera del suo reggimento, e, italiano, cadeva ucciso in combattimento contro italiani. (p. 331)
 
===[[Explicit]]===
Ricercando la tradizione politica nell'Italia meridionale, ho trovato che la sola di cui essa possa trarre intero vanto è appunto quella che mette capo agli uomini di dottrina e di pensiero, i quali compierono quanto di bene si fece in questo paese, all'anima di questo paese, quanto gli conferì decoro e nobiltà, quanto gli preparò e gli schiuse un migliore avvenire, e l'unì all'Italia. Benedetta sia sempre la loro memoria e si rinnovi perpetua in noi l'efficacia del loro esempio!
 
==''Storia d'Europa''==
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*Benedetto Croce, ''[https://archive.org/details/poesiaenonpoesia18crocuoft Poesia e non poesia. {{small|Note sulla letteratura europea del secolo decimonono}}]'', G. Laterza e Figli, Bari, 1923.
*Benedetto Croce, ''Storia d'Europa nel Secolo Decimonono'', Laterza, Bari, 1965.
*Benedetto Croce, ''Storia del Regno di Napoli'', a cura di Giuseppe Galasso, Adelphi, Milano, 1992. ISBN 88-459-0949-2.
*Benedetto Croce, ''Un paradiso abitato da diavoli'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 2006. ISBN 88-459-2036-4