Guerra d'indipendenza dell'Eritrea: differenze tra le versioni

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*Da quando ho accettato la responsabilità di governare questa regione, mi sono rifiutato di vedere i nostri ragazzi massacrarsi fra di loro. Abbiamo migliorato l'amministrazione nell'Eritrea Occidentale e ci siamo impegnati a sostenere con decisione una politica che prevede misure per costruire un nuovo rapporto con le popolazioni, basato sulla mutua fiducia e nella certezza del nostro comune destino. È ormai giunto il tempo per un nuovo modo di affrontare l'intero problema dell'Eritrea. ([[Asrate Kassa]])
*Fino a quando ci potremo permettere di governare il nostro popolo con la canna del fucile? Fino a quando dovremo continuare a sacrificare le vite dei giovani etiopici nei burroni e nei deserti dell'Eritrea, braccati come animali da ribelli ben motivati? Come possiamo permettere la distruzione di una nazione soltanto perché, ad Addis Abeba, alcuni ministri si sono messi in testa che è necessario usare più forza in Eritrea? Ci sono uomini il cui principale interesse è quello di allargare la breccia fra i vari gruppi etnici dell'Etiopia per i loro egoistici obiettivi. ([[Asrate Kassa]])
*Gli etiopici hanno tanti di quei reggimenti, tante di quelle armate. Hanno aerei, carri, armi di tutti i tipi e centinaia di migliaia di soldati e la capacità di respingere, se vogliono, tutti gli attacchi dei guerriglieri eritrei. I sovietici però sembrano più tiepidi nel loro appoggio al regime di Menghistu. Proprio nei giorni scorsi ho parlato con il viceministro degli esteri russo. Lui mi ha detto che così non si può andare avanti, che bisogna mettere pace nel Corno d' Africa. Mi è sembrato un discorso assai significativo. Non so quante speranze abbiano i guerriglieri eritrei, anche se hanno fatto importanti conquiste. ([[Mohammed Siad Barre]])
*I secessionisti eritrei, che pretendevano di essere progressisti quando era al potere Hailé Selassié, ora che ha vinto la rivoluzione si sono dimostrati opportunisti reazionari e cospiratori. Sono contro il popolo, non con il popolo, reazionari, non progressisti, contro le masse, non con le masse. ([[Menghistu Hailè Mariàm]])
*Il colpo di Stato in Eritrea, meditato da Hailè Selassiè sin dal giorno in cui aveva ratificato ad Addis Abeba l'atto federale, era tanto più grave in quanto in palese contraddizione con la politica che egli aveva inaugurato, a partire dalla seconda metà degli anni '50, nei confronti del continente africano e dei paesi non allineati. In poco tempo si era conquistato una solida reputazione di «pelegrino della pace», predicando l'unità degli africani, la moderazione, la concordia, le virtù del negoziato, e condannando severamente l'impiego della forza come mezzo di risoluzione delle controversie e intervenendo più volte come abile, ostinato e fortunato mediatore. Ma questa volontà di conciliazione, che egli manifestava nei riguardi di tutti i problemi esterni all'Etiopia, evidentemente non doveva ritenerla valida per le questioni interne dell'interne dell'impero, se è vero che egli decideva di rispondere con la repressione alle richieste di autonomia prima degli eritrei e poi dei somali, degli oromo e dei sidamo. ([[Angelo Del Boca]])