Bernardo di Chiaravalle: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni di Bernardo di Chiaravalle: creazione di una vita naturale immortale e creazione continua di una vita spirituale mortale nel peccato
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*O buon Gesù, quando orando [''[[preghiera|pregando]]''] con li occhi chiusi, quasi mi volto a te, desiderosamente, tu mandi nel mio cuore una certa cosa e un certo contento che io medesimo non posso sapere quello che si sia. Io sento bene in me una saporosa dolcezza, la quale tutto mi contenta, e se io seguitassi insino alla sua perfezione in me, io non cercherei mai più altro. (da ''De contemplando Deo'', IX, 20)<ref>Citato in [[Bonaventura da Bagnoregio]], ''Della consolazione divina'', ''La Letteratura Religiosa'', p. 58, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1965.</ref>
*Quanto più si è [[bontà e cattiveria|buoni]], tanto più si è [[bontà e cattiveria|cattivi]], se si attribuisce a proprio merito ciò per cui si è buoni. (da ''Sermones super Cantica Canticorum'', LXXXIV)
*Ha ricevuto, pertanto, l'anima nella sua condizione, anche se non l'esser beata, il poter esserlo tuttavia; al sommo scalino si avvicina, perciò, quanto è lecito, senza però raggiungerlo. Poiché, neanche per essa l'essere equivarrà un giorno all'essere beata, anche quando sarà beata. Confessiamo che è simile, ma neghiamo l'eguaglianza. Per esempio, vita è Dio, vita è anche l'anima: simile sì, ma dispari. Simile in quanto vita, in quanto essa stessa vivente, in quanto non solo vivente, ma vivificante, come egli è tutte queste cose; dissimile, invece, in quanto creata dal creatore, dissimile perché come non sarebbe se non creata da lui, così non vivrebbe se non fosse da lui vivificata. Non vivrebbe dico, ma della vita spirituale, non naturale. Poiché della vita naturale vive necessariamente immortale anche quell'anima che spiritualmente non vive. Ma quale vita è ma quella nella quale sarebbe meglio non nascere che non da essa morire? È piuttosto una morte, e tanto più grave perché è del peccato, non della natura. La morte dei peccatori è pessima (Slamo 33,22). Così dunque l'anima che vive secondo la carne è morta, pur essendo viva, come quella a cui sarebbe stato bene non vivere piuttosto che vivere così. E da questa morte vitale non risorgerà mai, se non per il Verbo della vita, anzi per il Verbo-vita vivente e vivificante. (da ''Sermones super Cantica Canticorum'', III, 4)<ref>Citato da Bernardo di Chiaravalle, [https://books.google.it/books?id=dz8wDAAAQBAJ&pg=PT497 Sermoni sul Cantico dei Cantici], Le vie della Cristianità, 18 maggio 2016, p. 497.ISBN 9781326658793</ref>
 
==''De diligendo Deo''==