Giuseppe Berto: differenze tra le versioni

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[[File:Giuseppe Berto 64.jpg|thumb|Giuseppe Berto, 1964]]
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'''Giuseppe Berto''' (1914 – 1978), scrittore italiano.
 
==Citazioni di Giuseppe Berto==
*"[[Giovannino Guareschi|Guareschi]]? Non esiste" affermano i letterati italiani, ma per uno storico della letteratura, Guareschi, che ha milioni di lettori in tutto il mondo, ha la sua importanza: così pensa Heiney. (da<ref>Da ''Un'' Addio alle armi ''non l'avevo proprio letto'', ''L'Europa Letteraria'', marzo-aprile 1965).</ref>
*[[Ernest Hemingway|Hemingway]] diceva che uno scrittore, se è abbastanza buono, deve misurarsi ogni giorno con l'eternità, o con l'assenza di eternità. Io non posso giurare d'essere uno scrittore abbastanza buono, però la fatica di misurarmi con l'eternità o, peggio, con l'assenza di eternità, la conosco anch'io. (dalla<ref>Dalla prefazione a ''Anonimo veneziano'').</ref>
*Il profilo biografico {{NDR|''Enrico Mattei''}} [...] che ora al fondatore dell'ENI dedica [[Nico Perrone]], uno studioso di storia che da giovane fu nello staff di [[Enrico Mattei|Mattei]], ha il merito di ricondurre l'attenzione sugli anni in cui l'industria di stato era centrale nell'economia del paese. Va subito detto che l'occhio con cui Perrone segue l'avventura di Mattei è più che indulgente: fra il biografo e il suo personaggio il lettore avverte una consonanza profonda. Non che Perrone trascuri i lati più dubbi e discussi di Mattei [...] ma nel suo racconto questi elementi occupano uno spazio minore rispetto alla battaglia personale che Mattei condusse per l'autonomia dell'Italia in campo energetico. Nel clima del dopoguerra, parve subito a Mattei che l'AGIP (l'ente petrolifero italiano) fosse tutt'altro che una realtà modesta o, peggio ancora, da smantellare. Colpiscono, in particolare, gli accenti nazionalistici con cui Mattei esortava all'impegno economico. (da<ref>Da ''La Stampa'', 22 febbraio 2001).</ref>
*In me ci sono delle forti componenti romantiche: quando mi dicevano che sono un neorealista, io dicevo che sono un neoromantico. Il rapporto tra l'uomo e la donna di ''Anonimo Veneziano'' è ricavato dalle mie esperienze personali. Se poi io sono portato a vedere pateticamente le mie vicende, non è colpa mia ma della mia struttura caratteriale, che d'altra parte non vedo nessuna necessità di modificare. Non è certo un impulso intellettualistico di ritorno all'800 che mi muove, se mai la consapevolezza che l'autocompassione è un'efficace maniera di sbloccare sia pur temporaneamente la nevrosi. (da<ref>Da ''Cronologia di "Anonimo Veneziano"'', in G. Berto, ''Anonimo Veneziano'', BUR, Milano, 1984, pp. 16-17).</ref>
*La mia storia di scrittore comincia forse il 13 maggio 1943, quando cessò l'ultima resistenza delle truppe italiane in Tunisia. Fu così che, insieme agli altri prigionieri, mi portarono in America, in un campo di concentramento dell'ovest. Ricordo che un grosso temporale estivo ci aveva accompagnati durante l'ultima parte del nostro viaggio. Camminammo nel fango per ore, in una lunga colonna verso le luci allineate del campo. Intorno a noi camminavano le sentinelle, e una di esse ogni tanto gridava qualcosa in cui si capiva il nome di Mussolini. Uno vicino a me, che conosceva l'inglese tradusse: Mussolini è caduto. Quando i doppi cancelli del P. W. Camp di Hereford si chiusero alle nostre spalle, noi sapevamo che si chiudeva anche un'epoca, che molte cose in cui avevamo più o meno creduto non esistevano più. Ciò era triste, sotto molti aspetti, se non altro perché era il segno più evidente della nostra sconfitta. Ma da allora, ciascuno di noi poteva affrontare da solo, con le proprie forze, la responsabilità di esistere. (dall<ref>Dall'intervista di [[Pasquale Festa Campanile]], ''Giuseppe Berto: convertito all'umorismo'', ''La Fiera Letteraria'', 20 gennaio 1952).</ref>
*Mi indigna il suo strapotere {{NDR|di [[Alberto Moravia]]}}, che io credo dannoso per l'Italia. (da<ref>Da [http://www.loccidentale.it/node/81663 ''Giuseppe Berto scoprì il male che impedisce all'uomo di essere felice''], ''l'Occidentale.it'', 15 novembre 2009).</ref>
*Sia chiaro ch'io sono per l'ordine, e che ciò è inutile. (dalla<ref>Dalla prefazione di ''La cosa buffa'').</ref>
 
==''Anonimo veneziano''==