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==''Tifone''==
*Joseph Conrad, ''Tifone'', traduzione di Marco Longhi Paripurna, Demetra, 1997
(12-13), (29), 36, 40-41, 53-54, 58, (61)
 
===[[Incipit]]===
Il capitano Mac Whirr, del piroscafo ''Nan-Shan'', aveva, peruna quantofisionomia concerne l'aspetto esterioreche, unastando fisionomiaalle cheapparenze materiali, rispecchiava fedelmenteesattamente l'animoil suo carattere: non presentava alcunaparticolari distinta caratteristicacaratteristiche di fermezzarisolutezza o di stupidità; non aveva,presentava assolutamente,caratteristiche alcunadi caratteristicaalcun pronunciatatipo; era soltantosemplicemente comunenormale, insensibileinespressiva e imperturbabile. <!-- p. 11 -->
 
===Citazioni===
*Per quanto mi riguarda [...] preferisco avere come comandante uno stupido di prim'ordine piuttosto che un furbacchione. Uno stupido c'è sempre modo di prenderlo, ma una persona furba è troppo smaliziata e ti scivola tra le mani. (Solomon; cap, I. p. 26)
*Il capitano Mac Whirr aveva navigato sulla superficiedistesa degli oceani comeallo certistesso modo in cui alcuni uomini sfiorano appena gli anni della vitaloro esistenza per poicalarsi calarepoi dolcemente in una placida tomba, ignorandosenza laaver vitaconosciuto stessanulla della vita finosino all'ultimo, senza essere mai statiaver costrettiavuto al'opportunità di constatarevedere tutto quelquanto cheessa può contenere in fatto di perfidiaperfido, di violenzaviolento e di terroreterrificante. Esistono, sulIn mare ecome sullain terra, esistono uomini cosìa tal punto fortunati..., o cosìa tal punto disdegnati dal destino o daglidal oceanimare. (cap. I, p. 29)
*«È un tempo orribile; farebbe bestemmiare un santo. Persino qui sopra coperta, mi sento come se avessi la testa avvolta in un panno di lana.»<br/>Il capitano Mac Whirr sollevò lo sguardo. «Intende dire, signor Jukes, che le è successo di avvolgersi la testa in un panno di lana? E a quale scopo?»<br/>«È un modo di dire, signor capitano» disse Jukes senza fare una piega. (cap. II, p. 36)
*L'oscurità che si estendeva lontano, oltre la prua della nave, era come un'altra notte vista attraverso la notte stellata della terra: la notte senza stelle delle immensità che stanno oltre l'universo creato, svelata nella sua terrificante immobilità da una fessura praticata nella sfera scintillante al cui centro sta la terra. (cap. II, pp. 40-41)
*Questo è il potere disgregante di un cataclisma: quello di isolare l'individuo dai propri simili. Un terremoto, una frana, una valanga colpiscono l'uomo a caso, potremmo dire senza passione. La furia di una burrasca invece lo attacca come un nemico personale, cerca di afferrarne le membra, gli si aggrappa alla mente, cerca di sgominarlo fin nello spirito. (cap. III, p. 54)
*E ancora una volta, udì quella voce sforzata e fioca, ma che manteneva, in mezzo a quel rumore assordante, un penetrante effetto rassicurante, come se provenisse da qualche remoto luogo di pace posto al di là delle nere distese della burrasca. Udì ancora una voce umana, il tenuo e indomabile suono capace di trasmettere l'immensità di una convinzione, di una certezza e di una determinazione che saprà pronunciare parole di conforto in occasione dell'ultimo giorno, quando i cieli cadranno e giustizia sarà fatta; udì ancora quella voce che gli stava gridando da lontano, da molto, molto lontano: «Va bene». (cap. III, p. 58)
*Nell'oscurità i marosi parevano scagliarsi contro di essa da tutte le parti per tenerla giù sino alla sua distruzione. C'era dell'odio nel modo in cui veniva maltrattata e un che di ferocia nei colpi che le venivano inferti. Era come un essere vivente consegnato al furore di una folla imbestialita: strattonata con violenza, percossa, scagliata a terra e calpestata. (cap. III, p. 61)
 
===[[Explicit]]===
''Questa era certamente la soluzione più conveniente per mettere a tacere il fatto nell'interesse di tutti. Qual è la tua opinione di signorino delle navi postali? Il vecchio capo dice che quella era decisamente la cosa migliore da farsi. L'altro giorno, il comandante sottolineava il fatto che: «Ci sono cose che non si trovano sui libri». Sono convinto che, per essere un uomo così limitato, se l'è cavata davvero molto bene.'' <!-- p. 123 -->
 
*Il capitano Mac Whirr aveva navigato sulla superficie degli oceani come certi uomini sfiorano gli anni della vita per poi calare dolcemente in una placida tomba, ignorando la vita stessa fino all'ultimo, senza essere mai stati costretti a constatare tutto quel che può contenere in fatto di perfidia, di violenza e di terrore. Esistono, sul mare e sulla terra, uomini così fortunati... o così disdegnati dal destino o dagli oceani.
*La lunga, eterna tensione di una tempesta produce questo effetto: l'attesa interminabile della catastrofe culminante. Ed è fisicamente spossante il semplice avvinghiarsi alla vita in quel tumulto eccessivo.