Fabrizio Ruffo: differenze tra le versioni

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*A tutti costoro {{NDR|i preti, i frati, i vescovi e gli altri amici del dispotismo}} fu anima e capo il cardinale Fabrizio Ruffo, uomo che lasciò di sé fama scelleratissima nella storia di quei miseri tempi. Educato in corte di Roma, ove Pio VI gli dié l'ufficio di tesoriere, menò vita scandalosissima, consumando in amori le rendite della chiesa. ([[Atto Vannucci]])
 
*Caduto in disgrazia, e ritiratosi a Napoli, ottenne dal re {{NDR|Ferdinando<ref>[[Ferdinando I delle Due Sicilie]].</ref>}} l'intendenza della casa regale di Caserta, e nei tristi tempi che allora correvano fu con le sue scaltrezze scellerato strumento di dispotismo. Spiava i fatti e i detti di tutte le persone sospette, e ne informava la regina {{NDR|Maria Carolina<ref>[[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]].</ref>}}, la quale lo premiò, come usava con le altre ''persone di merito'', e lo fece cavaliere di san Gennaro. ([[Atto Vannucci]])
 
==Note==
<references />
 
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