Ugo Pesci: differenze tra le versioni

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*L'[[Esposizione nazionale italiana del 1861|Esposizione del 1861]] fu per la maggior parte dei fiorentini, de' toscani, degli italiani d'allora una inaspettata rivelazione di cose sconosciute: fu un mezzo efficacissimo per far sì che, proclamato il regno d'Italia, gli Italiani si cominciassero a conoscere fra loro, e ad apprezzare quanto valevano. L'antica stazione, accomodata come si poteva meglio, raccolse quanto la ristrettezza del tempo permise di mandare ai fabbricanti, agli agricoltori, agli artisti d'un paese da due anni in rivoluzione ed in guerra, e costituito da pochi mesi. Ma non soltanto si mettevano in evidenza, in quella mostra, i prodotti della operosità artistica ed industriale italiana: vi si trovavano a contatto, si guardavano, si studiavano scambievolmente, gli abitanti variamente parlanti di tutte le regioni del nuovo Stato italiano. (Un decennio di prefazione (1855-1865), pp. 54-55)
 
*{{NDR|[[Palazzo Pitti]]}} Il palazzo fatto costruire alla metà del secolo XV da Luca Pitti sul {{sic|pendìo}} della collina di Montecucco, poi da lui venduto ala moglie di Cosimo I, abbellito dai Medici, ereditato ed aumentato dai Lorena, per vastità e magnificenza di quartieri, per ricchezza di arredi, per singolarissimo pregio di opere d'arte sparse dovunque, per il bellissimo giardino di Boboli, non aveva da invidiar nulla alle più belle {{sic|reggie}} d'Europa. (I - Da Torino a Firenze, p. 65)
 
*Ricordo che una notte, uscendo verso l'alba da un veglione della Pergola, con una brigata di spensierati d'ambo i sessi, mi trovai non so come insaccato dentro un ''fiacre'', il solo ancora disponibile, con altre quattro o cinque persone; mentre che l'onorevole [[Pier Carlo Boggio]], il quale protestava di non voler fare la strada a piedi, spinto da otto o dieci mani sul cielo della carrozza, vi adagiava la sua piccola persona grassa e rotonda, [...]. Chi avrebbe pensato, vedendo in quello starano atteggiamento l'eloquente oppositore del ministero, l'autore delle lettere ad Emilio Ollivier intorno ai fatti di Torino, che pochi mesi dopo egli sarebbe scomparso a Lissa, nei gorghi dell'Adriatico, con gli avanzi del ''Re d'Italia''?<ref>La corazzata Re d'Italia, nel corso della terza guerra d'indipendenza, fu affondata nelle acque di [[Battaglia di Lissa|Lissa]] il 20 luglio 1866.</ref> (II - La Campagna del 1866, p. 88)