Ugo Pesci: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni di Ugo Pesci: Esposizione nazionale italiana del 1861
Riga 2:
 
==Citazioni di Ugo Pesci==
*L'[[Esposizione nazionale italiana del 1861|esposizioneEsposizione del 1861]] fu per la maggior parte dei fiorentini, de' toscani, degli italiani d'allora una inaspettata rivelazione di cose sconosciute: fu un mezzo efficacissimo per far sì che, proclamato il regno d'Italia, gli Italiani si cominciassero a conoscere fra loro, e ad apprezzare quanto valevano. L'antica stazione, accomodata come si poteva meglio, raccolse quanto la ristrettezza del tempo permise di mandare ai fabbricanti, agli agricoltori, agli artisti d'un paese da due anni in rivoluzione ed in guerra, e costituito da pochi mesi. Ma non soltanto si mettevano in evidenza, in quella mostra, i prodotti della operosità artistica ed industriale italiana: vi si trovavano a contatto, si guardavano, si studiavano scambievolmente, gli abitanti variamente parlanti di tutte le regioni del nuovo Stato italiano.<ref>Da ''Firenze capitale (1865-1870)'', R. Bemporad & Figlio, Firenze, 1904, [https://archive.org/details/firenzecapitale00pescgoog/page/n63/mode/1up ppp. 6354-55].</ref>
 
*Ricordo che una notte, uscendo verso l'alba da un veglione della Pergola, con una brigata di spensierati d'ambo i sessi, mi trovai non so come insaccato dentro un ''fiacre'', il solo ancora disponibile, con altre quattro o cinque persone; mentre che l'onorevole [[Pier Carlo Boggio]], il quale protestava di non voler fare la strada a piedi, spinto da otto o dieci mani sul cielo della carrozza, vi adagiava la sua piccola persona grassa e rotonda, [...]. Chi avrebbe pensato, vedendo in quello starano atteggiamento l'eloquente oppositore del ministero, l'autore delle lettere ad Emilio Ollivier intorno ai fatti di Torino, che pochi mesi dopo egli sarebbe scomparso a Lissa, nei gorghi dell'Adriatico, con gli avanzi del ''Re d'Italia''?<ref>La corazzata Re d'Italia, nel corso della terza guerra d'indipendenza, fu affondata nelle acque di [[Battaglia di Lissa|Lissa]] il 20 luglio 1866.</ref><ref>Da ''Firenze capitale (1865-1870)'', R. Bemporad & Figlio, Firenze, 1904, [https://archive.org/details/firenzecapitale00pescgoog/page/n97/mode/1up p. 88].</ref>