Benedetto Croce: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni di Benedetto Croce: Giuseppe Salvatore Pianell
Riga 32:
*Il [[filosofo]], oggi, deve non già fare il puro filosofo, ma esercitare un qualche mestiere, e in primo luogo, il mestiere dell'uomo.<ref>Da ''Lettere a Vittorio Enzo Alfieri (1925-1952)'', premessa, pagg. X-XI, Edizioni Spes, 1976.</ref>
*Il monumento parlato del buon senso si trova nella stessa letteratura popolare, e sono i [[proverbio|proverbi]], la sapienza (come la chiamano) di tutte le età, la sapienza del mondo di cui tante volte è stata lodata l'incrollabile saldezza; e tuttavia nessuno, pur ridicendoli con assenso, li scambierà mai con la serie delle opere della critica, della scienza e della filosofia, con le indagini, le discussioni, i trattati e i sistemi. Molte indagini filosofiche si possono conchiudere con la formola di qualche antico e comune detto o proverbio; ma questo proverbio, fungendo da conclusione di un'indagine, non è più l'antico e comune.<ref>Citato in Giovanni Battista Bronzini, ''Cultura popolare, {{small|Dialettica e contestualità}}'', Dedalo Libri, 1980, [https://books.google.it/books?id=SPewvtQsm_UC&lpg=PP1&dq=Giovanni%20Battista%20Bronzini&hl=it&pg=PA102#v=onepage&q&f=false p. 102].</ref>
*Il [[Giuseppe Salvatore Pianell|Pianell]] era, dopo il vecchio principe di Satriano Fialangieri, la maggiore capacità militare dell'ex-Reame di Napoli, nei tempi dell'ultimo Borbone: distintosi già nella campagna di Sicilia del 1848-9, aveva adempiuto con intelligenza e ferma volontà parecchi incarichi gravi e difficili.<ref>Da ''Pagine sparse'', ''Appunti storici'', p. 217.</ref>
*[...] il [[Raimondo di Sangro|principe di Sansevero]], o il «Principe» per antonomasia, che cosa è altro in [[Napoli]], per il popolino delle strade che attorniano la Cappella dei Sangro, ricolma di barocche e stupefacenti opere d'arte, se non l'incarnazione napoletana del dottor Faust o del mago salernitano Pietro Barliario, che ha fatto il patto col diavolo, ed è divenuto un quasi diavolo esso stesso, per padroneggiare i più riposti segreti della natura o compiere cose che sforzano le leggi della natura?<ref>Da ''Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli'', pp. 327-328.</ref>
*Intimorito per le minacce fatteli dallo scrivano fiscale Not. Antonio di Sauro, con una crasta di piatto si aperse il ventre,; essendosi confessato, dopo sei ore morì, il dì 10 febbraio 1755, nelle carceri del Ponte di Tappia.<ref>Da ''La morte del commediografo [[Pietro Trinchera|P. Trinchera]]''; citato in Enzo Grana, prefazione a Pietro Trinchera, ''La moneca fauza'' o ''La forza de lo sango'', Attività Bibliografica Editoriale, Napoli, 1975.</ref>