Guido Mazzoni (letterato): differenze tra le versioni

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==''Il teatro della rivoluzione''==
*Esempio mirabile dell'arte francese, assennata regolare, quasi rigida nella sua compostezza, [[Molière]] fu costretto dalle necessità della corte a dar libero sfogo alle qualità del suo ingegno che nella commedia, quale egli la intendeva, non potevano aver luogo; la fantasia alata, la poesia immaginosa; e venne così nei campi stessi felici dove spazia lo Shakespeare quasi a consolarsi della severità e profondità dei suoi drammi. (II, La vita di Molière, p. 174)
 
*Il [[dialogo]], osserva giustamente il [[Ernest Renan|Renan]], è oggi la forma che meglio si presti alla esposizione delle idee filosofiche. Le verità di sì fatto genere non possono infatti né devono essere direttamente affermate o direttamente negate; e nel contrasto degli interlocutori trovano luogo adatto e più largo svolgimento tutti i pro e i contro, tutte le dimostrazioni e tutte le obiezioni. (III, Il sacerdote di Nemi, p. 195)
 
*La Marchesa Bianca mostrò desiderio di ammirare le raccolte già famose di [[Arsène Houssaye|Arsenio Houssaye]], ed egli, come potete immaginare, fu pronto a farsi promettere l'onore di una visita. Il giorno fissato, essa venne; venne sola: guardò i mobili, guardò i quadri, ma altro aveva per la mente e non vide nulla... Nella stanza da letto erano gli smalti e gli acquarelli; quando vi entrarono, l'orologio sonò le tre. – Un'ora innanzi a noi! – pensarono e l'uno e l'altra. "Le presi le mani e la guardai negli occhi che parevan accesi nel fuoco dell'inferno: impallidì, fu per isvenire, volle fuggir via. No, le dissi io gittandole le braccia attorno al collo, no: t'amo, t'amo. t'amo!"<br>Alle quattro si dissero addio. – Ci rivedremo? – Mai più. (IV, Confessioni, pp. 213-214)
 
==Bibliografia==