Disturbo mentale: differenze tra le versioni

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*C'è anche una pubblicità di una clinica per malattie mentali. Non le curano, le procurano. Il loro motto è "Non sarai mai solo con la schizofrenia"! (''[[Dylan Dog]]'')
 
*Dato il livello ridottissimo delle nostre conoscenze nel campo della malattia mentale (in particolare la schizofrenia, di cui conosciamo le diverse modalità di espressione, ma quasi nulla di ciò che riguarda l'eziologia), non possiamo continuare ad "accantonare" i malati in attesa di raggiungere una più approfondita comprensione di ciò di cui soffrono, aumentandone la sofferenza attraverso la reclusione e la segregazione. ([[Franco Basaglia]])
 
*Il malato mentale, ricoverato e distrutto nei nostri manicomi, non si rivela soltanto l'oggetto della violenza di un'istituzione deputata a difendere i sani dalla follia; né soltanto l'oggetto della violenza di una società che rifiuta la malattia mentale; ma è insieme, il povero, il diseredato che, proprio in quanto privo di forza contrattuale da opporre a queste violenze, cade definitivamente in balia dell'istituto deputato a controllarlo. ([[Franco Basaglia]])
 
*Mentre il malato mentale è interamente alienato nella persona del suo medico, il medico dissipa la realtà della medicina mentale nel concetto critico di [[follia]]. ([[Michel Foucault]])
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*Non bisogna dimenticare che lo studio delle malattie mentali cominciò ad acquistare qualche continuità solo verso la fine del secolo XVIII. Fino a quell'epoca, i pregiudizi religiosi e filosofici, se permettevano di cercare, del resto con poca fortuna, la sede dell'anima nel corpo, comprimevano ogni altra tendenza che fosse contraria allo [[spiritualismo]]; e la vita della psichiatria, salvo i lucidi intervalli della civiltà greca e latina, fu letargo prolungato, senza acquisti nuovi e senza nemmeno la memoria degli acquisti precedenti. ([[Eugenio Tanzi]])
 
===[[Franco Basaglia]]===
*Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell'individualità, della libertà, nel [[manicomio]] il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell'internamento. ([[Franco Basaglia]])
*Dato il livello ridottissimo delle nostre conoscenze nel campo della malattia mentale (in particolare la schizofrenia, di cui conosciamo le diverse modalità di espressione, ma quasi nulla di ciò che riguarda l'eziologia), non possiamo continuare ad "accantonare" i malati in attesa di raggiungere una più approfondita comprensione di ciò di cui soffrono, aumentandone la sofferenza attraverso la reclusione e la segregazione. ([[Franco Basaglia]])
 
*Il malato mentale, ricoverato e distrutto nei nostri manicomi, non si rivela soltanto l'oggetto della violenza di un'istituzione deputata a difendere i sani dalla follia; né soltanto l'oggetto della violenza di una società che rifiuta la malattia mentale; ma è insieme, il povero, il diseredato che, proprio in quanto privo di forza contrattuale da opporre a queste violenze, cade definitivamente in balia dell'istituto deputato a controllarlo. ([[Franco Basaglia]])
 
*Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell'individualità, della libertà, nel [[manicomio]] il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell'internamento. ([[Franco Basaglia]])
 
==Voci correlate==