Vittoria Colonna: differenze tra le versioni

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*''Cenere è quel che in lungo incendio ardente | Soave foco in sul mio cor si sparse, | E dell'antiche sue faville, ond'arse | Già fredde or lascia le vestigia e spente. | D'un si lieve principio, ampio e possente | Come crebbe il mio duol qui può mirarse, | Qual ria procella suol dietro lasciarse | Delle rovine sue segno dolente; | Morto lo spirto, che talor vivace | Le sue fiamme sostenne invitto e forte, | Non gusta, o sente il cor dolcezza o doglia; | E se già visse in pene, or nella morte, | Queto giace e tranquillo, e questa spoglia | Lacera e rotta almen riposa in pace''. ([[Angelo di Costanzo]])
*Se altro non avesse scritto il [[Angelo di Costanzo|di Costanzo]], di più circonstanziato, e se mai tra tutte le sue rime non si fosse lasciato sfuggir di penna il nome o cognome della sua amante, chiunque che conoscesse l'istoria de' tempi, e le celebri donne che allor levavano grido in [[Napoli]], si sarebbe indotto a credere che costei fosse la famosa Vittoria Colonna, marchesa di Pescara. ([[Agostino Gallo]])
*Una novità del Cinquecento è la comparsa delle donne tra gli autori letterari: sono aristocratiche come Vittoria Colonna o cortigiane come [[Gaspara Stampa]]. La pura imitazione del modello petrarchesco presenta qualche scarto in più nella poesia femminile. Vittoria Colonna, per esempio, ha una componente religiosa molto più forte del consueto. Per quanto rtiguardariguarda l'età contemporanea, invece, è più difficile individuare uno specifico femminile. ([[Luca Serianni]])
 
==Voci correlate==