Paolo Isotta: differenze tra le versioni
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*Non credo in Dio ma mi affido volentieri ai santi. Sono convinto che il [[cristianesimo]] abbia distrutto la potenza e la ricchezza della cultura classica. Il merito della Chiesa cattolica è stato di rovesciare questo cristianesimo delle origini e di aver introiettato nel proprio corpo aspetti fondamentali del paganesimo, di cui i santi sono una delle espressioni più belle e riuscite.<ref>Dall'intervista di Antonio Gnoli, [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/01/07/paolo-isotta72.html ''Paolo Isotta''], ''la Repubblica.it'', 7 gennaio 2018.</ref>
*Se [[Alban Berg|Berg]] non fosse morto avrebbe trovato un accomodamento col Regime e non sarebbe stato il Wozzeck, derivante dai frammenti ottocenteschi di [[Georg Büchner]], bollato in quanto «arte degenerata.<ref name=wozzeck/>
*Tedesco, [[Herbert von Karajan|Karajan]] aderì al partito nazionalsocialista come tutti i suoi compatrioti, anche artisti sommi. Dopo la guerra
*{{NDR|[[Carlo Gesualdo]]}} Torbido, saturnino e fantastico doveva essere l'autore di questa musica; che lo fosse desumiamo da accenni delle fonti che lo riguardano: poche e insufficienti, al nostro gusto. Gesualdo non era, infatti, musico di professione, benché nella musica avesse conseguito una dottrina da porsi al vertice dell'arte: era bensì un personaggio d'alto affare. Era l'erede, l'unico erede, di una casata principesca fra le più cospicue del [[Regno di Napoli]]: nipote di san Carlo e del decano del Sacro Collegio, era imparentato con la più gran nobiltà napoletana; gli avi avevano ricavato solo onori e ricchezze dai re Aragonesi invece di quel capestro che assai più al loro costante tradimento sarebbe spettato; il padre era grande di Spagna.<ref name=principe/>
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