Giuseppe Berto: differenze tra le versioni

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*''Tunisi, 6 aprile 1943''. Con Maria abbiamo passato tutto il pomeriggio alla Kasbah, divertendoci a gironzolare in mezzo alla folla, da una bottega all'altra. Mi piaceva sentirla parlare correttamente l'arabo coi mercanti. Per scherzo s'era messa a contattare un bel tappeto di Kairouan e io gliel'avrei comprato, anche se costava caro. Volle invece una collanina da pochi franchi, d'argento filigranato. (p. 169)
*''Tunisi, 9 aprile 1943''. Sono ricoverato all'ospedale militare di [[Tunisi]], dopo esservi entrato con regolare biglietto fornitomi dal comando del centro reclutamento. [...] L'edificio dell'ospedale, molto bello e moderno, è un'opera del regime: l'ha fatto costruire pochi anni fa il [[Duce]] per gli italiani di Tunisia, i quali ne sono orgogliosissimi. Certamente i francesi non hanno un ospedale così bello. (p. 172)
*[[Kelibia]] è un pittoresco paese che si trova all'estremità della penisola di [[Capo Bon]], nel punto più vicino all'Italia. Col tempo buono si scorge l'isola di Pantelleria, che è già Italia, e commuove. (p. 188)
*Andai avanti a tuffi, da un sporgenza del canalone all'altra, con migliaia di schegge che mi sibilavano sopra la testa, sempre aspettandomi la granata che, infilando la fessura nell'[[uadi]], mi avrebbe fatto a pezzi. Invece il colpo mio non arrivava, e io continuavo ad andare avanti, avvicinandomi allo sbocco del canalone, dove mi avrebbero senza dubbio colpito, perché lì non ci sarebbe stato più riparo. (p. 216)