Giuseppe Berto: differenze tra le versioni

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*''El Hamma, 22 marzo 1943''. [...] L'unica nota stridente era rappresentata dal mio [[Fiat-SPA 38R|Spa 38]], piccolo e di colore giallo, col cassone ingombro di viveri e di marmitte, accodato all'ultimo autocarro dei combattenti. (pp. 118-119)
*La strada, tutta dritta, attraversava uno dopo l'altro degli [[uadi]] di varia larghezza, ma tutti asciutti e fortemente incavati. La terra era sempre più deserto, brulla e sabbiosa. Sulla destra s'alzava una fila di colline nude, gialle, oltre le quali doveva esserci lo Chott. (p. 121)
*I bombardamenti lungo la strada erano così frequenti, che noi con l'autocarro non facevamo altro che correre da un [[uadi]] all'altro, e infilarci dentro i canaloni per riprender fiato e coraggio. (p. 132)
*Nell'attesa che i ritardatari venissero a prendersi il rancio, sono andato a camminare un poco lungo l linea. Si prova sempre un brivido piacevole nello spingersi fino all'altezza dell'ultimo uomo, e poi fissare gli occhi in quella lontananza misteriosa e pericolosa, che si chiama [[terra di nessuno]]. (p. 135)
*Siccome nessuno aveva voglia di scavar le fosse per loro, me li sono caricati sullo [[Fiat-SPA 38R|Spa 38]], e son partito col mio triste peso di marmitte sporche, morti e feriti. (p. 136)