Trentino: differenze tra le versioni

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*A proposito di [[Fortunato Depero|Depero]] il discorso si arricchisce poi di altre valenze: e sono quelle legate all'utilizzo che egli fa, nella sua [[Casa d'arte futurista Depero|Casa d'arte roveretana]], di tematiche, iconografie, cadenze e modi formali provenienti dal folclore trentino. L'uso di repertori locali, in quanto singolarità etniche, era stato teorizzato già da Modernismo, cioè dalla serie di atteggiamenti di tipo [[Art Nouveau]]; si trattava della volontà di mantenere caratterizzata e differenziata una produzione che l'aspetto internazionale dell'ideologia ad essa sottesa rischiava di rendere uniforme, e di salvare in questo modo scuole, laboratori, tradizioni locali contro un'ipotesi di standardizzazione totale – che avrebbe oltre tutto spazzato via dal mercato appunto i prodotti delle piccole imprese.
*[[Flavio Faganello|Faganello]], almeno così mi sembra, ha voluto ora rifuggire dalla retorica per proporre una "storia" in bianconero. L'uomo, l'uomo individuo e l'uomo società. Le stagioni dell'uomo. L'uomo nel paesaggio. I paesaggi dell'uomo. I paesaggi dell'uomo come erano e come sono oggi. Le trasformazioni avviate, spesso brutalmente, dall'uomo. Tutto in minore. Niente cattedrali o palazzi o castelli. Semmai qualche particolare che ne modera la conclamata aulicità. Questa "storia" di situazioni "umili" esprime con riverente convinzione un'assonanza di sequenze che rendono comprensibile il teatro umano del Trentino e del [[Alto Adige|Tirolo del Sud]]. Quasi che il viaggio della natura si fosse misticamente alleato al viaggio all'uomo con le sue bisacce, quindi della Storia. Un'idealizzazione della realtà? Un realismo lucido? Nettissime immagini. Di tipo impressionistico. Di un grande fotografo moderno. ([[Aldo Gorfer]])
*L'agosto 1885 lo passai a Roncegno nel Trentino. Vi ho fatto qualche bagno d'acqua arsenicale che non mi giovò. – Il Trentino è schiettamente italiano nella lingua, nel costume, nelle aspirazioni, nei prodotti stessi del suolo. Vi si odia l'austriaco come prima del 1859 in Lombardia. Nelle solennità di casa d'Austria (onomastico dell'imperatore ecc.) la popolazione, benchèbenché di sentimenti religiosi, diserta la chiesa e lascia che i preti vi sacramentino da soli il tedeum. La popolazione è simpatica e intelligentissima. Incontrai però non pochi campioni di rachitismo e di storture. ([[Carlo Dossi]])
*Molto spesso il Trentino impiega il suo dialetto, anche conversando con «regnicoli» che parlano italiano. Alcuni difetti di pronuncia ci spiegano questa specie di boicottaggio dell'italiano. Il Trentino pronuncia la ''u'', come i lombardi e i francesi, la ''s'' strisciante, aspra; le doppie, come può. ''Ferro'' diventa ''vero'' e ''querela'' aggiunge una ''l''. Non insisto, per non sembrare pedante. Del resto nessuna regione d'Italia può vantarsi di parlare l'italiano vero: neppure i toscani, specie i fiorentini, colle loro aspiranti... teutoniche. L'italiano trentino si mantiene abbastanza puro data la vicinanza col confine linguistico. ([[Benito Mussolini]])
*Sono tuttavia visibili ancora le tracce di questa infiltrazione tedesca. Il vocativo frequentissimo ''toi'' o ''tei'' deve provenire dal tedesco ''du''. I residui del tedeschismo nel dialetto trentino vanno scomparendo e il dialetto stesso s'italianizza nelle sue parole e nelle sue costruzioni. Già trent'anni fa il Malfatti notava che le parole tedesche ''grobian'', ''fraila'', ''pinter'', ''tissler'' cadevano in disuso e cedevano il posto alle parole italiane ''vilan'', ''siorata'', ''botar'', ''marangon''. Questo processo eliminatore dei tedeschismi continua. ([[Benito Mussolini]])