Tommaso Labranca: differenze tra le versioni

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*A cento anni dal primo manifesto futurista, [[Simona Ventura]] dimostra la vitalità di quel movimento. Infiamma la televisione come [[Filippo Tommaso Marinetti|Marinetti]] infiammava le serate teatrali, scatenando risse e domandole allo stesso tempo. Trenta secondi paroliberisti di Simona in onda rendono stucchevolmente accademiche le frasi compite di [[Carlo Conti]] e le ammiccanti presentazioni di [[Barbara d'Urso]]. Che diventano insipidi e involuti, obsoleti e poco gustosi come le poesie di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] e [[Giosuè Carducci|Carducci]]. (''Moderni'', 2008)
*{{NDR|Su [[Anne Hathaway]]}} Qualcuno l'ha paragonata a [[Audrey Hepburn]]. Purtroppo i duelli sono fuorilegge, così mi limito a ricordare che Audrey pare pronta per un party anche quando in ''[[Colazione da Tiffany]]'' apre la porta a George Peppard appena scesa dal letto e con i tappi nelle orecchie. La povera Anne anche quando nella seconda parte di ''[[Il diavolo veste Prada]]'' è rivestita di abiti firmati ha l'eleganza di una anziana profuga uzbeka appena uscita da un Centro Caritas. (''Profumo'', 2008)
*Sono ipocondriaco e appena qualcuno parla di un sintomo me lo sento anche io. Nell'estate del 1989, quando ancora ero un giovane traduttore pieno di speranze, tradussi un ''Manuale della salute femminile''. Furono giorni difficili. Leggendo certi sintomi ero sicuro di soffiresoffrire da anni di cisti ovariche. (''Pancioni'', 2008)
*[[Madonna (cantante)|Madonna]], che in realtà si chiama Veronica, ha tante doti, ma non sa cantare. Per far sì che i suoi fan non se ne rendano conto li bombarda di immagini, luci, ballerini, costumi, echi e basi preregistrate. Così, pagare centinaia di euro per assistere a un suo concerto è come andare da Nobu e mangiare dei surgelati. (''Veroniche'', 2008)
*[[Rondò Veneziano]] è stato una delle prime icone postmoderne che giocava con elementi stereotipati come [[Antonio Vivaldi|Vivaldi]], le parrucche e gli oboi per creare qualcosa di innovativo che uccideva l'elemento folcloristico. Era Venezia che citava se stessa usando non il dialetto vero, ma il linguaggio con cui parla ai turisti internazionali. (''Postmoderno'', 2008)