Giuseppe Berto: differenze tra le versioni

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*''Misurata, 11 settembre 1942''. [...] Quindi siamo andati a casa di un funzionario della residenza, dove abbiamo giocato e ascoltato [[radio Londra]]. Il commentatore di radio Londra, col tono indisponente che gli è abituale, ha parlato delle batoste che abbiamo prese ai primi di settembre, e di quelle molto più grosse che prenderemo tra poco, quando l'8ª armata sferrerà l'attacco decisivo. Certo, ci può essere del vero in quanto va dicendo la radio nemica, ma per lo più si tratta di propaganda, che non influisce sul nostro morale. Per questo possiamo permetterci di ascoltarla, anche se è proibito. (pp. 19 e 21)
*Ora siamo accampati presso l'[[Arco dei Fileni]], uno strano monumento in pieno deserto, che segna il confine tra la Cirenaica e la Tripolitania. (p. 49)
*''Sud di Zuara, 23 gennaio 1943''. [...] Ricordo vagamente d'aver passato [[Zawiya (città)|Zavia]]: un viale di enormi alberi scuri, forse eucaliptus, e quell'impressione di civiltà e pulizia che almeno di notte, danno le nostre cittadine della Libia. (pp. 82 e 84)
*''Fronte del Mareth, 27 gennaio 1943''. [..] A [[Médenine|Medenine]], prima cittadina della Tunisia, ci fermammo per oltre un'ora, mentre il comandante andava in cerca di qualcuno che gli dicesse dove dovevamo andare. La città è molto diversa dalle nostre della Libia: più brutta, ma in un certo senso più solida. Le nostre erano degli scenari molto belli e curati, dove si aveva l'impressione che si svolgesse una vita fittizia. Qui invece si vede che un contadino, un bottegaio o un barbiere sono tali anche senza essere sovvenzionati dal governo. È anche vero però che i francesi di trovano qui da molto più tempo. (pp. 88-89)