Diego Hurtado de Mendoza y Pacheco: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Diego Hurtado de Mendoza y Pacheco==
*Dieci giorni dopo li legati, gionse a Trento don Diego di Mendozza , ambasciatore cesareo appresso la republica di Venezia, per intervenire al [[Concilio di Trento|concilio]] con amplissimo mandato datogli il 20 febraro da Bruselles, e fu ricevuto da' legati con l'assistenza del [[Cristoforo Madruzzo|cardinale Madruccio]] e di tre vescovi, che tanti sino allora erano arrivati, quali, per essere stati i primi, è bene non tralasciare i loro nomi: e furono Tomaso Campeggio vescovo di Feltre, nepote del cardinale, Tomaso di San Felicio, vescovo della Cava, fra' Cornelio Musso franciscano, vescovo di Bitonto, il più eloquente predicatore di quei tempi. Quattro giorni dopo fece don Diego la sua proposta in scritto: conteneva la buona disposizione della [[Carlo V d'Asburgo|Maestà Cesarea]] circa la celebrazione del concilio e l'ordine dato ai prelati di Spagna per ritrovarsi, quali pensava che oramai fossero in camino; fece scusa di non essere venuto prima per le indisposizioni; ricercò che s'incominciassero le azzioni conciliari e la riforma de' costumi, come due anni prima in quel luogo medesimo era stato proposto da monsignore Gravela e da lui. ([[Paolo Sarpi]])
 
*Fra i più illustri scrittori di questo secolo {{NDR|XVI}} devesi annoverare don Diego Hurtado de Mendoza, il quale appartiene a quella categoria d'uomini insigni che sapevano maneggiare bene la spada come la penna, e di cui la Spagna ci ha dato tanti splendidi esempî. ([[Licurgo Cappelletti]])
 
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