Stoicismo: differenze tra le versioni

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*Gli stoici amano i grandi obiettivi posti al di là della vita e per questi obiettivi loro sono disposti a morire [...]. I [[cristiano (religione)|cristiani]] sono stoici, eh sì, perché i cristiani che cosa vogliono? Vogliono la felicità eterna e come dicono i cristiani: siamo nati per soffrire. [...] I [[marxisti]] sono stoici perché vogliono la giustizia per tutti e per questa giustizia sono disposti a sopportare la dittatura del proletariato e la rivoluzione, che detto tra di noi sono cose scomodissime. Cazzaniga è stoico, si alza alle sei e mezza alla mattina perché vuole diventare direttore generale dell'Alfa Romeo. (''[[Così parlò Bellavista]]'')
*Gli stoici [...] credevano e dicevano che nel mondo, dopo Dio, non v'è nulla di più importante dell'uomo, e che nell'uomo nulla è più importante dello spirito [...]. Essi sottoponevano la loro natura umana a digiuni e patimenti poiché non davano alla passione alcuna funzione nel perseguimento del loro ideale etico di saggezza apatica. Chiudevano gli occhi di fronte a fatti evidenti dell'esperienza pretendendo di considerare insignificanti gli eventi esterni e la sofferenza come se non fosse un male. Mettevano a tacere la voce dell'umanità nei loro cuori indulgendo in un crudele disprezzo per il debole e il folle. ([[Alexander Balmain Bruce]])
*– Hai qualche altro tenebroso insegnamento da impartirmi, Attico?<br>– Non li definirei tenebrosi. Lo scopo della filosofia stoica è dissipare le tenebre.<br>– Tu e la tua filosofia alla moda! Soltanto i piaceri dei sensi sono in grado d'alleviare le pene dello spirito.<br>– I sensi tradiscono, come ben sai, alla tua età. Alla nostra età.<br>– Parla per te. E anche la tua filosofia stoica puoi tenerla per te.<br>– Ah, noi romani agiamo sempre troppo e pensiamo poco. La mia è una filosofia che insegna il coraggio nelle avversità, il perseguimento della virtù solo per sé stessa, l'equanimità. Non è quel che serve a Roma? (''[[A.D. - Anno Domini]]'')
*Io non esito a dire, mio caro Sereno, che tra gli Stoici e i filosofi delle altre scuole passa la stessa differenza che tra gli uomini e le donne: i quali e le quali contribuiscono in egual misura alla vita della società, ma gli uni sono fatti per comandare, le altre per obbedire. ([[Lucio Anneo Seneca]])
*L'etica stoica, presa nel suo insieme, è in effetti un pregevolissimo e rispettabilissimo tentativo di utilizzare il grande privilegio dell'uomo, la ragione, per uno scopo importante e salutare, cioè per elevare l'uomo al di sopra delle sofferenze e dei dolori, a cui ogni vita è commessa [...] e per renderlo appunto con il sommo grado partecipe della dignità che gli spetta, come essere razionale, in contrasto con l'animale, e della quale comunque si può parlare in questo senso, ma non in un altro. [...] Ma per quanto raggiungibile sia in certo grado quello scopo, con l'impiego della ragione e con un'etica meramente razionale [...]; moltissimo tuttavia manca perché si possa addivenire in tale modo a qualcosa di perfetto e perché la ragione rettamente usata possa realmente sottrarci a tutto il peso e a tutte le sofferenze della vita e condurci alla beatitudine. [...] [N]eanche nella sua stessa rappresentazione il suo ideale, vale a dire il sapiente stoico, poté mai acquistare vita o intima verità poetica; egli rimane un rigido manichino di legno, di cui non si sa cosa fare, che non sa egli stesso che cosa farsi della sua saggezza, e di cui la perfetta calma, contentezza e beatitudine contraddicono addirittura la natura dell'umanità e non ci fanno pervenire a nessuna rappresentazione intuitiva di essa. ([[Arthur Schopenhauer]])