Camilla Cederna: differenze tra le versioni

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==''Giovanni Leone''==
===Incipit===
La prima volta che vidi LeaoneLeone fu nell'ottobre '63, quando era presidente del consiglio in un governo di tregua.Avevo appena cominciato una serie di incontri con alti notabili democristiani, e nella scelta ero stata irresistibilmente attratta anche da chi sapevo che per una ragione o per l'altra non mi avrebbe annoiato troppo. Era il periodo in cui per questi pezzi grossi andava di moda farsi fotografare in ginocchio, bocca aperta e lingua protesa, mentre stavano facendo la comunione; se no a messa, in gruppi serrati con le labbra contratte nella preghiera, gli occhi fissi al cielo, lemani chiuse intorno a messali cospicui o grondandi tetri rosari.
 
===Citazioni===
*Una sua recente battuta? Viene il presidente dello Zambia in visita ufficiale; le autorità sono tutte lì nel gran salone del Quirinale. Leone andando verso di lui: "Be', andiamo a stringere un po' questo zampino". (pag.34).
*Una delle sue più intense curiosità? Anteprima in Quirinale di ''Amarcord'' col regista presente. Mai nessun commento durante la proiezione; alla fine lo stupore della signora Vittoria per i bei colori, la curiosità per tutta quella neve in Romagna ("Ma la facciamo noi artificiale, signora...") e infine il presidente che lo prende a braccetto portandolo lontano dalla famiglia e dagli ospiti. "Mi dica Fellini, ma questa tabaccaia con quelle 'zizze' così straordinarie, ma dove l'ha trovata? Può dirlo? Ed è felice quando il regista gli dice che l'ha trovata a Napoli. (pag.34).
*[...] il nostro presidente ha un suo particolare gesto scaramantico, che è quello di alzare la mano facendo le corna. È infatti superstiziosissimo. (pag.34).
*Nel 1963 Leone sta salendo su un elicottero militare che lo deve portare a visitare le zone disastrate del Vajont. Sull'apperecchio sono in sedici: ma all'ultimo momento sale un fotoreporter, il diciassettesimo. "Giù, giù", fa il presidente. "Ma eccellenza, io tengo un pool di agenzie, per piacere faccia salire anche me". Leone riconta ad uno ad uno i presenti, poi sbotta di nuovo: "Giù, giù; se tu tieni un pool di agenzie, io tengo un pool di figli". (pag.35).
*Quando Saragat lo convocò al Quirinale, per affidargli l'incarico di un nuovo governo balnerae, Leone sobbalzò sulla sedia: "Gesù, e me lo dici oggi che è martedì 17? Facciamo che me l'hai detto ieri, o se preferisci, che me lo dirai domani." Al Quirinale inoltre, il venerdì non firmerebbe nemmeno una cartolina. (Se qualcuno gli rimprovera questa debolezza, risponde con una frase di Croce: "La iettatura è una cosa che non esiste, ma della quale bisogna tener conto.") (pag. 35).
*Quel che a un certo punto vien spontaneo chiedersi è come mai a un uomo così folcloristico, gaffeur e poco dignitoso, sia stato riservato un tanto incredibile ''cursus honorum'', sia cioè l'unico in Italia che è stato presidente della camera, presidente del consiglio, presidente della repubblica. Si può tentare di capirne le ragioni attraverso le tappe della sua carriera. (pag. 40)
 
{{NDR|Camilla Cederna, ''Giovanni Leone'', Feltrinelli 1978.}}
 
 
 
 
==Bibliografia==