Fernanda Pivano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 10:
*{{NDR|Su [[Walt Whitman]]}} Centocinquant'anni sono passati da quando questo ragazzaccio scamiciato, col cappello da cowboy, fascinoso di un'ambigua bellezza, giornalista e tipografo, figlio di un falegname, detestato dai professori e adorato dai ragazzi del suo tempo, capace di abbracciare tutti e di lasciarsi abbracciare da tutti, ricco di un vibrante ritmo americano, diretto e sincero, capace di affrontare il problema della situazione del Nuovo mondo, ha pubblicato a sue spese un libretto piccolino chiamandolo Leaves of Grass (Foglie d'erba). Questo ragazzaccio, capace in una ventina di anni di diventare il poeta più importante della letteratura americana di tutti i tempi, quel suo po' di educazione rudimentale l'ha ricevuta nei sei anni che ha frequentato la scuola pubblica, cominciando nel 1825 e finendo a undici anni, quando si è impiegato come fattorino in un ufficio di avvocati.<ref name=whitman>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/24/dai_versi_Whitman_rinacque_America_co_9_051224006.shtml Dai versi di Whitman rinacque l'America]'', ''Corriere della Sera'', 24 dicembre 2005, p. 41.</ref>
*{{NDR|A [[Federico Fellini]]}} Che bello! A Roma non faccio la Dolce Vita ma una vita dolce sì.<ref>Citato nell'intervista di Ottavio Rosati a Lewis Yablonsky; disponibile in ''[http://www.plays.it/ipod/scritti/ottavio-rosati/596-intervista-di-ottavio-rosati-a-lewis-yablonsky Plays.it]''.</ref>
*{{NDR|Sulla [[Beat Generation]]}} Come la generazione del primo dopoguerra aveva avuto la sua poetessa in Edna St. Vincent Millay e il suo poeta in [[Hart Crane]], la generazione del secondo trovò il suo poeta in [[Allen Ginsberg]]. Il suo ''Urlo'', uscito nel 1956, fu il manifesto di una generazione che non credeva più nei miti pseudo-scientifici che avevano condotto alla nuova meccanizzazione dell'America e alla sua incondizionata adorazione del denaro come mezzo per procurarsi il potere a tutti i livelli; ma reagire al mito del denaro naturalmente riuscì molto difficile: il denaro è un veleno – è un vizio – per vincere il quale non è ancora stato fondato nessun club.<ref>Da ''Beat hippie yippie<small> dall'underground alla controcultura</small>'', Bompiami, Milano, 1977, pp. 17-18. </ref>
*Cominciarono anche le regie teatrali di Rosati […] nel 1986, al Teatro Stabile di Torino con una memorabile messa in scena psicodrammatica di ''Ciascuno a suo modo'' in onore dell’anniversario di [[Luigi Pirandello|Pirandello]]. Ricordo che quando lo spettacolo-sociodramma, dopo un intero anno di lavoro rischiò di essere bloccato da intrighi e scandali assai simili a quelli immaginati nella commedia, Rosati precipitò in una disperazione insospettabile in uno psicoanalista e altrettanto sfrenata della sua spontaneità: una disperazione dalla quale lo vidi uscire non con l’analisi ma convocando un’intera banda di “pazzarielli” napoletani che rivelarono l’intrigo per le strade di una Torino sgomenta, in un Living Newspaper che legava il Teatro Carignano a Piazza Carignano e a mezza città.<ref>Dalla prefazione a 'Da storia nasce storia' di Ottavio Rosati, Nuova Eri Rai, 1994, p.14</ref>
*{{NDR|Riferito agli attentati terroristici dell'11 settembre 2001}} Con molto dolore per i morti e per la tragedia devo dichiararmi perdente e sconfitta perché ho lavorato 70 anni scrivendo esclusivamente in onore e in amore della non violenza e vedo il pianeta cosparso di sangue.<ref>Dalla home page di ''[http://www.fernandapivano.it/ FernandaPivano.it]''; citato in ''[http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200908articoli/46508girata.asp Scomparsa a Milano Fernanda Pivano]'', ''Lastampa.it'', 18 agosto 2009.</ref>