Fernanda Pivano: differenze tra le versioni

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*Feci venire un gelato sulla terrazza popolata da turisti americani, gli offrì ironica la ciliegina che lo sormontava, la rifiutò. La nostra vicina americana si mise a ridere; [[Ottavio Rosati|Rosati]] mi guardò sospettoso e avidissimo di sapere perché. Gli recitai il verso di [[Allen Ginsberg]], ''He took my cherry'' mentre la turista rideva sempre più forte e Rosati cercava di uscire dall’imbarazzo. Per uscirne mi portò nello studio luminosissimo di un avvocato romano suo amico che dietro una parete girevole nascondeva un laboratorio alchemico di profumi: l’apertura della parete sembrava una scena di un film di James Bond. L’avvocato mi disse, sornione, che avrei dovuto continuato a offrire al mio intervistatore gelati con la “ciliegina” e mi regalò un pentacolo e un profumo con tanti auguri.<ref>Dalla prefazione a ''[[Da Storia nasce Storia|Da Storia nasce storia]]'' di Ottavio Rosati, Nuova Eri-Rai, 1994, p. 9. ISBN 8839707956</ref>
*Forse il libro {{NDR|''[[Fight Club (romanzo)|Fight Club]]''}} aprirà una nuova vena narrativa; forse il linguaggio del futuro sarà questo revival di ripetizioni nel tentativo di raggiungere una tensione che va al di là perfino dell'anarchia fondamentale dell'autore.<ref name="fightclub">Dalla postfazione a [[Chuck Palahniuk]], ''[[Fight Club (romanzo)|Fight Club]]'', Mondadori, 2013, pp. 189-191. ISBN 978-88-04-50835-9</ref>
*{{NDR|Su [[Gregory Corso]]}} Forse invece di raccontare aneddoti dovrei raccontare come sono cominciate le sue letture. Mi disse che le letture incominciarono in prigione, a diciassette anni, quando fu arrestato nel 1947 per una condanna a tre anni di carcere. Mi raccontò che in prigione aveva molto tempo per leggere. Lesse ''I Miserabili'' di [[Victor Hugo]] che gli fecero "capire che cos'è il bene", lesse ''[[I fratelli Karamazov|I Fratelli Karamazov]]'' e poi [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], che gli fece "capire che cos'è la poesia" e lo stimolò a scrivere versi.<ref>Da ''Diceva Gregory Corso'', in Gregory Corso, ''Poesie <small>un pianto per l'America del poeta tutto beat</small>'', Bompiani, Milano, 1978, p. VII.</ref>
*{{NDR|Su [[Generazioni d'amore - Le quattro Americhe di Fernanda Pivano|Generazioni d'amore]]}} Hanno ideato tutto alle mie spalle, [[Ottavio Rosati|Rosati]] e Grazia Volpi. Ma ne valeva la pena. Ci saranno autentiche sfide. Come quella lanciata da [[Tito Schipa Jr.|Tito Schipa]] che vuole farmi leggere due poesie di [[Bob Dylan]]: secondo lui sono piene di analogie con [[La traviata|La Traviata]] e Il [[Rigoletto]].<ref>''Come è cinematografica la vita di Fernanda'', Panorama, 7 settembre 2000, p. 147.</ref>
*{{NDR|Su [[Luciano Benetton]]}} Ho offerto i miei 35.000 libri, le mie riviste underground, le lettere di [[Hemingway]], [[Jack Kerouac|Kerouac]], [[Charles Bukowski|Bukowsky]] e di tanti altri amici, ai sindaci di Milano e di Roma, a [[Renato Nicolini]], al Vaticano, alla biblioteca Sormani, e tutti mi hanno detto di no [...] soltanto Luciano Benetton, principe rinascimentale, li ha accettati.<ref>Citato in Claudio Altarocca, ''Pivano: accademici bastardi'', ''La Stampa'', 16, dicembre 1998, p. 24.</ref>