Emil Cioran: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Emil Cioran==
*[...] il destino individuale, come realtà interiore, irrazionale e immanente, ci è rivelato solo nel [[dolore]], che rappresenta la sola via che ci permette di comprendere in maniera più profonda i problemi personali. [...] il [[peccato]] nelle interpretazioni religiose – che equivale al dolore per i credenti – non ha questa funzione perché, essendo strettamente legato all'oggettività del mondo storico, non pone in modo rigoroso il problema dell'esistenza individuale. – Per questo il dolore deve essere amato. (dalla lettera a Bucur Țincu da Sibiu del 23 dicembre 1932<ref>In ''Lettere al culmine della disperazione. {{small|1930-1934}}'',a cura di Giovanni Rotiroti, traduzione di Marisa Salzillo, postfazione di Antonio Di Gennaro, Mimesis, Milano – Udine, 2013, p. 56. ISBN 9788857516417</ref>)
*[...] invidio persino la loro lingua, feroce se altre mai, di una bellezza che nulla ha di umano, con quelle sonorità di un altro mondo, possente e corrosiva, fatta per la preghiera, le urla e le lacrime, venuta su dall'inferno per perpetuarne gli accenti e lo splendore. Anche se ne conosco solo le bestemmie mi piace immensamente, non mi stanco di ascoltarla, mi incanta e mi raggela, sono succube del suo fascino e del suo orrore, di tutte quelle parole di nettare e di veleno così adatte alle esigenze dell'agonia. Bisognerebbe spirare in [[lingua ungherese|ungherese]] – o rinunciare a morire. (dalla lettera di Emil M. Cioran a Constantin Noica da Parigi, 1957.<ref>In Emil M.Cioran e Constantin Noica, ''L'amico lontano'', introduzione di Lorenzo Renzi, traduzione di Roberta Ferrara,il Mulino, Bologna, 1993, pp. 33-34. ISBN 8815038566</ref>)
*La [[Francia]] ha cominciato a decadere da quando si è gettata nelle braccia della democrazia. Il [[Primo Impero francese|Primo Impero]] è stata la sua ultima follia vitale. Da allora è finita. L'[[Inghilterra]] è arrivata prima grazie al conformismo e alla stupidità illuminata dei suoi abitanti. La [[Svizzera]] è un paese nato morto. Il virus della [[libertà]] [...] è la fine dei popoli. ''Finis Europae'', come diceva un mago, il Sâr Péladan. Dal momento che il virus è entrato nel sangue, ''ils sont foutus''. ''Absolument''. [...] i barbari stessi si sono oramai contagiati al virus della libertà. Il disgelo, appunto, e col disgelo la valanga, l'apocalisse: l'invasione cinese, l'invasione africana.<ref>Dall'intervista di Luigi Bàccolo, [http://www.approdoletterario.teche.rai.it/Download.aspx?data=AQAAANCMnd8BFdERjHoAwE/Cl+sBAAAArndwKp8D5EmzI7dm6UK/jQQAAAACAAAAAAADZgAAwAAAABAAAABoCJRhzArDaLtssuHKM+AlAAAAAASAAACgAAAAEAAAABP+d+gU2x4+sE9vc1MuTvIYAAAAzUTmyT6UEf9w8Uenea8GdxMZHhsE8NQ2FAAAACz8W7j6CfTrsNvoGs2rUQiRRi6E ''Viaggetto letterario a Parigi''], ''L'Approdo Letterario'', n. 32, anno IX, ottobre-dicembre 1965, pp. 63-64, ''approdoletterario.teche.rai.it''.</ref>
*Se per [[cinismo]] intendiamo sincerità portata al parossismo, allora sono necessariamente cinico. (dalla lettera a Bucur Țincu del 4 marzo 1932<ref>In ''Lettere al culmine della disperazione. {{small|1930-1934}}'', p. 48.</ref>)
 
==''Al culmine della disperazione''==