Giuseppe Costetti: differenze tra le versioni

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==''Bozzetti di teatro''==
*Il [[capocomico]] rassomiglia ai pantaloni Changarnier messi in moda per un momento nel 1852 dal generale francese di questo nome, e fatti di due stoffe diverse cucite insieme nella loro lunghezza.<br>Come il prelodato pantalone [...] il capocomico è a due {{sic|faccie}}; da un lato è un industriale, in tutto il più brutale significato della parola, dall'altro è il protettore dell'arte drammatica, l'incoraggiatore degli autori, il babbo amorosissimo dei comici.<br>Come già al furbo Dio bifronte, questa duplicità profitta al capocomico nelle varie contingenze della vita. Si tratta di farsi fare una biografia nei giornali teatrali o una ''réclame'' nei politici? di prendere parte a un banchetto d'arte? di buscare una croce? di rappresentare primo, in una<ref>Nel testo "uno".</ref><br> ''piazza'' lucrosa, un nuovo lavoro di un poeta acclamato?<br>Il capocomico si proclama da sé il più nobile fattore del teatro italiano: – la parte benemerita del pantalone.<br>Si tratta invece di mandare a carte quarantanove un povero diavolo d'autore novellino, o di contrastargli i pochi ''decimi'' dei sui così detti diritti? di allestire, per la cassetta, una bricconata tradotta dal francese? di mettere a mezzo spesato i comici sotto pretesto del ''mughetto'' che infierisce nell'Asia Minore? ecco il capocomico che si volta, e vi mostra il lato più ignobile del pantalone, e vi dice secco secco: sono un industriale. (pp. 34-36)
 
*Uno dei ticchi particolarissimi al capocomico è la istintiva avversione per gli autori. Sebbene il primo e vero capitale del capocomico sia il repertorio, egli non è punto grato a coloro che contribuirono a procurarglielo; se potesse, ne farebbe a meno. Non ammette volentieri che senza autori non ci sarebbero comici, e molto meno poi capocomici.<br>Degli autori, ha meno in uggia i morti che i vivi; dei vivi, i più lontani da lui, i francesi; dei nostrali, quelli che gli fanno fare più denari; e, di questi, chi ha minori pretese. (p. 36)
 
*I più accaniti detrattori di [[Luigi Anzampamber|{{sic|Azampamber}}]]<ref name=Anzampamber>Luigi Anzampamber o Azampamber, attore italiano del XIX secolo.</ref> non poterono mai negare ch'egli fosse un padre per i suoi comici. E lo fu veramente, ma padre... nobile; cioè tenero della loro gloria e delle loro soddisfazioni morali, ma disdegnoso e incurante dei bisogni materiali e prosaici dei propri figli, ch'egli educava non solo al disprezzo filosofico della ricchezza, ma a quello, anche più eroico, dell'alimentazione. (p. 264)