Anna Banti: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Nello smantellamento dei suoi libri Agnese impiegò parecchio tempo fra volere e disvolere. Lavorava soffrendo. Le tre mogli infelici, vittime di mariti crudeli e mai contente di narrarne scrupolosamente i misfatti, furono agevolmente convertite in isteriche maniache, calunniatrici di uomini un po' strambi, come, del resto, gran parte degli uomini. Fra loro una matura nubile pronunciava ogni tanto parole ragionavoli, umane. I fatti narrati erano se non proprio autentici, probabili, ma ripensandoli, Agnese si sentiva coinvolta in un partito preso, in un'ira soffocata che aveva conosciuto in gioventù nel comportamento delle sue coetanee: lei che dal presente aveva sempre voluto astrarsi. Dunque avevano ragione quelli che l'avevano accusata di femminismo, la parola che lei detestava. E qui, immergendosi in una intensa riflessione, si scavava a fondo, volta a volta deplorandosi o giustificandosi. No, lei non aveva reclamato altro che la parità della mente e la libertà del lavoro, ciò che tuttora, da anziana contestatrice, la tormentava. Aveva amato pochi uomini, anzi un uomo solo, ma pochissime donne, e quelle poche, riunite in una favola, sempre la stessa: il mito dell'eccezione contro la norma del conformismo. E poiché l'eccezione s'era resa inafferrabile, l'aveva inventata lei, per donarla malinconicamente a una ragazza antica senza volto, che voleva suonare la propria musica e glielo proibivano. Ecco, questa ragazza lei non aveva il coraggio di distruggerla: l'aveva mandata lontano, al di là del mare o in fondo al mare. (Pagg. 112 - 113)
*Una nonna la si ascolta, ma non si tien conto di quel che dice. (pag. 148)
*[...] gli uomini invecchiando, [...], diventano personaggi venerabili, guardate Nestore, guardate gli Eremiti. La donna vecchia, invece, se non è madre, diventa una esecrabile strega. (pag. 155)
*Molte cose la gente immagina e crede sull'inevitabile declino della vecchiaia: ipotesi spesso sbagliare. Non è vero, per esempio, che la memoria dell'età tarda non registri il presente, i giorni e i fatti recenti, per rivolgersi soltanto al passato. (pagg.160 - 161).
 
{{NDR|Anna Banti, ''Un grido lacerante'', Rizzoli Editore 1981.}}