Emil Cioran: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Rimuovo una da Quaderni per reinserirla con testo lievemente diverso e n. di pagina in Il funesto demiurgo, n. di pagina per una citazione, wlinks.
Riga 4:
==Citazioni di Emil Cioran==
*[...] invidio persino la loro lingua, feroce se altre mai, di una bellezza che nulla ha di umano, con quelle sonorità di un altro mondo, possente e corrosiva, fatta per la preghiera, le urla e le lacrime, venuta su dall'inferno per perpetuarne gli accenti e lo splendore. Anche se ne conosco solo le bestemmie mi piace immensamente, non mi stanco di ascoltarla, mi incanta e mi raggela, sono succube del suo fascino e del suo orrore, di tutte quelle parole di nettare e di veleno così adatte alle esigenze dell'agonia. Bisognerebbe spirare in [[lingua ungherese|ungherese]] – o rinunciare a morire. (dalla lettera di Emil M. Cioran a Constantin Noica da Parigi, 1957.<ref>In Emil M.Cioran e Constantin Noica, ''L'amico lontano'', introduzione di Lorenzo Renzi, traduzione di Roberta Ferrara,il Mulino, Bologna, 1993, pp. 33-34. ISBN 8815038566</ref>)
*La [[Francia]] ha cominciato a decadere da quando si è gettata nelle braccia della democrazia. Il [[Primo Impero francese|Primo Impero]] è stata la sua ultima follia vitale. Da allora è finita. L'[[Inghilterra]] è arrivata prima grazie al conformismo e alla stupidità illuminata dei suoi abitanti. La [[Svizzera]] è un paese nato morto. Il virus della [[libertà]] [...] è la fine dei popoli. ''Finis Europae'', come diceva un mago, il Sâr Péladan. Dal momento che il virus è entrato nel sangue, ''ils sont foutus''. ''Absolument''. [...] i barbari stessi si sono oramai contagiati al virus della libertà. Il disgelo, appunto, e col disgelo la valanga, l'apocalisse: l'invasione cinese, l'invasione africana.<ref>Dall'intervista di Luigi Bàccolo, [http://www.approdoletterario.teche.rai.it/Download.aspx?data=AQAAANCMnd8BFdERjHoAwE/Cl+sBAAAArndwKp8D5EmzI7dm6UK/jQQAAAACAAAAAAADZgAAwAAAABAAAABoCJRhzArDaLtssuHKM+AlAAAAAASAAACgAAAAEAAAABP+d+gU2x4+sE9vc1MuTvIYAAAAzUTmyT6UEf9w8Uenea8GdxMZHhsE8NQ2FAAAACz8W7j6CfTrsNvoGs2rUQiRRi6E ''Viaggetto letterario a Parigi''], ''L'Approdo Letterario'', n. 32, anno IX, ottobre-dicembre 1965, pp. 63-64, ''approdoletterario.teche.rai.it''.</ref>
 
==''Al culmine della disperazione''==
Riga 78:
*Con l'infliggere al dio ufficiale le funzioni di padre, di creatore e di gerente, lo si espose ad attacchi, cui doveva soccombere. Quale non sarebbe stata la sua longevità, se si fosse dato ascolto a un [[Marcione]], di tutti gli eresiarchi colui che con maggior vigore si scagliò contro l'occultamento del male, e più d'ogni altro contribuì, grazie all'odio che gli tributava, alla gloria del dio cattivo! (2011, p. 17)
*Durante l'[[insonnia]] mi ripeto, a mo' di consolazione, che quelle ore di cui prendo coscienza le strappo al nulla, che se dormissi non mi sarebbero mai appartenute, anzi non sarebbero mai esistite.
*È semplice chiacchiera ogni conversazione con chi non ha sofferto. (2011, p. 138)
*Forse la [[follia]] è soltanto un dispiacere ''che abbia smesso di evolversi''. (2011, p. 127)
*[...] il [[male]] [...] possiede il duplice privilegio d'essere fascinatore e contagioso. (2011, p. 18)
*Il cristianesimo si è servito del rigore giuridico dei Romani e delle acrobazie filosofiche dei Greci, non per affrancare lo [[spirito]] ma per incatenarlo. (2011, p. 36)
*Il dramma della Germania è di non averavere avuto un Montaigne. Che vantaggiofortuna, ha avutoper la Francia, aaver cominciarecominciato con uno scettico! (2011, p. 142)
*Il [[politeismo]] corrisponde meglio alla diversità delle nostre tendenze e dei nostri impulsi, cui offre la possibilità di esercitarsi, di manifestarsi: libero ognuno di essi di propendere, secondo la propria natura, verso il dio che gli si confà in quel preciso momento. (2011, pp. 34-35)
*Il ruolo dell'[[insonnia]] nella storia: da [[Caligola]] a [[Adolf Hitler|Hitler]]. L'impossibilità di dormire è causa o conseguenza della crudeltà? Il [[tiranno]] ''vigila'' – è ciò che propriamente lo definisce. (2011, p. 125)
Line 496 ⟶ 497:
*Epitteto e Montaigne sono prolissi, soprattutto il primo. La forza di Pascal sta nella concisione. Aveva il genio della formula.
*Montaigne, un saggio, non ha avuto posterità; Rousseau, un isterico odioso, continua ad avere discepoli.
*Il dramma della Germania è di non aver avuto un Montaigne. Che vantaggio ha avuto la Francia a cominciare con uno scettico!
*In fatto di consolazione, abbiamo soltanto due libri fondamentali: i ''Pensieri'' dell'[[Marco Aurelio|imperatore romano]] e l'''[[Imitazione di Cristo|Imitazione]]''. È impossibile non preferire la desolazione del primo, nonostante le promesse del secondo.
*Tutto ciò che in Marco Aurelio è mediocre ed effimero proviene dallo stoicismo; tutto ciò che è profondo e durevole dalla sua tristezza, ossia dall'oblio della dottrina. [...]