Luigi Rasi: differenze tra le versioni

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*Non so se a me, che non ebbi la sorte di sentirlo nella sua grande opera d'interpretazione e di riproduzione al culmine della gloria, sarà dato tracciar la figura grande, geniale, e nella genialità disordinata, dell'artista {{NDR|[[Ernesto Rossi (attore)|Ernesto Rossi]]}}, che nell'ultimo cinquantennio, con Adelaide Ristori e [[Tommaso Salvini]], tenne lo scettro dell'arte in Italia e a traverso il mondo intero. (vol. II, p. 421-422)
 
*Non molto puro di linee, {{NDR|Ernesto Rossi}} fu molto vario e spontaneo; ma nella spontaneità talvolta esuberante con {{sic|islanci}} geniali e inattesi, che, presi fuor di misura, oltrepassavano il confine. Se mi fosse lecita una comparazione, direi che Ernesto Rossi, romantico per eccellenza, fu nell'arte dell'attore quel che fu {{sic|Vittore}} Hugo nell'arte dello scrittore: ebbe forza e bellezza grandissime, ma, più volte, di seicento. (vol. II, p. 422)
 
*Anima ribelle se ce ne fu mai, {{NDR|Ernesto Rossi}} aveva la ribellione acquistata in una sicurezza piena e recisa di sé. Amava svisceratamente l'arte e sé stesso... E non sappiamo quale dei due più: forse sé stesso! Certo egli credette che l'arte dovesse molto a lui, non ch'egli dovesse molto all'arte... Di tal guisa egli si mostrò nella vita un po' sempre personaggio di commedia, e nelle sue grandi interpretazioni un po' sempre Ernesto Rossi. (vol. II, p. 422)