Edmondo De Amicis: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Edmondo De Amicis==
*Ah quel [[Casimiro Teja|Teja]]!<br>È quasi sempre uno stupore per i suoi amici il veder tradotti sul ''Pasquino''<ref>''Il Pasquino'', settimanale satirico fondato a Torino nel 1856.</ref> i concetti ch'egli ha prima espressi nel discorso; essi ritrovano nell'opera sua delicatezza, ardimenti, intuizioni profonde e sottili, che non manifesta punto la sua parola. Perciò parla di rado del disegno che volgea in mente, o l'accenna di volo, e in modo da non darne che un'idea dimezzata. Il suo vero linguaggio è quello ch'egli parla sulla sua pietra litografica. Ogni avvenimento di cui riceva notizia gli si presenta alla mente, e il giudizio che ne darà gli si forma e gli si esprime subito nel cervello a tratti di matita, in contorni di figure umane, e in atteggiamenti di fisionomie.<ref>Citato in [[Luigi Rasi]], ''La caricatura e i comici italiani'', R. Bemporad e Figlio, Firenze, 1907, [https://archive.org/details/lacaricaturaeico02rasi/page/84/mode/1up Parte seconda, p. 84]</ref>
*{{NDR|A proposito di [[Mario Rapisardi]]}} Al poeta della libertà e della giustizia, al flagellatore degli ipocriti, dei venduti e degli sfruttatori della patria, manda un evviva con ammirazione d'artista, con gratitudine di cittadino e con affetto d'amico.<ref>Citato in Mario Rapisardi, ''Giustizia''.</ref>
*Eccomi preso daccapo a quest'immensa rete dorata, in cui ogni tanto bisogna cascare, volere o non volere. La prima volta ci restai quattro mesi, dibattendomi disperatamente, e benedissi il giorno che ne uscii. Ma vedo che la colpa era tutta mia, ora che ci ritorno ... composto a nobile quiete, perché guai a chi viene a [[Parigi]] troppo giovane, senza uno scopo fermo, colla testa in tumulto e colle tasche vuote!<ref>Da ''Ricordi di Parigi''.</ref>