Vittorio Imbriani: differenze tra le versioni

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*Chi ha forza di braccia, farà forse la stiratrice; chi ha sveltezza di dita, ricamerà; e chi ha bellezza rara di forme, non potrà fare la modella?
*Chi notoriamente è l'informista del quartiere, viene riverito e temuto dal popolino.
 
==''Dio ne scampi dagli Orsenigo''==
===[[Incipit]]===
Non presumo sputar fuori ned un paradosso, ned una novità; credo, anzi, ripeter cosa, ormai, consentita, da chiunque s'intenda, alcun po', della partita, dicendo "che una relazione è, quasi sempre, più pesante del matrimonio". Sicuro! Impone obblighi maggiori, senza diritti corrispettivi: e la parte piacevole tocca, non di rado, al marito; e la gravosa all'amante. Questo perché l'amore non è da tutte: bensì, da pochissime, arcipochissime. L'amore, anch'esso, è manifestazione della fantasia; la facoltà d'amare è cognata alla virtù poetica. Se una femmina non ha il cervelluzzo congegnato in quel dato modo, ben potrà civetteggiare, condiscendere, eccitare, lusingare, promettere, deludere, crucciare e crucciarsi, bisticciarsi, rappattumarsi, come chiunque sa contar fino a undici può scandire endecasillabi; ma i versi, per sé soli, non fanno poesia, né le condiscendenze, da sole, costituiscono l'amore.
 
===Citazioni===
*"[...] una [[relazione]] è, quasi sempre, più pesante del [[matrimonio]]". Sicuro! Impone obblighi maggiori, senza diritti corrispettivi: e la parte piacevole tocca, non di rado, al marito; e la gravosa, all'[[amante]]. Questo, perché l'[[amore]] non è da tutte; bensì, da pochissime, arcipochissime. L'amore, anch'esso, è manifestazione della fantasia; la facoltà d'amare è cognata alla virtù poetica. Se una femmina non ha il cervelluzzo congegnato in quel dato modo, ben potrà civetteggiare, condiscendere, eccitare, lusingare, promettere, deludere, cruciare e crucciarsi, bisticciarsi, rappattumarsi, come chiunque sa contar fino ad undici può, scandire endecasillabi: ma i versi, per sé soli, non fanno poesia, né le condiscendenze, da sole, costituiscono l'amore. Il senso n'è sustrato e presupposto, non essenza. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 61)
*Il [[dolore]] è la forma più intensa di vita, è sovreccitazione: quindi, il ricerchiamo. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 72)
*[...] così porta la natura nostra: in pubblico (se, anche il pubblico è ridotto al termine minimo d'un solo individuo) affettiamo sensi sdegnosi e noncuranza suprema; soli con noi medesimi, operiamo in aperta contraddizione di quelli. V'è un po' d'[[ipocrisia]], anche, nella virtù più incorrotta e sincera. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 105)
*Fra l'Inferno ed il Paradiso dantesco, c'è da esitare? Non per la Salmojraghi! La sofferenza le apparve cosa desiderabile; la colpa o ciò, che, sino allora, aveva chiamato con questo nome, quasi, uno stato di grazia, moralmente superiore alla inerte e sterile innocenza. Avete, mai, visto in uno sperimento chimico, ravvicinare due sali, la base di ciascuno de' quali abbia maggiore affinità con l'acido dell'altra, che non col proprio? si decompongono e, contemporaneamente, ecco costituiti due copri, diversi da' primi. Come avviene, che la pietra infernale ed il sal comune, ravvicinati si trasformino in nitrato di sodio ed in cloruro di argento, così era accaduto nel ravvicinamento del Radegondato di serenità con l'Almerinduro di passione. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 107)
*Questo profondo desiderio della passione era, già, di per sé, la passione stessa: non la bufera, che sconquassa l'animo, anzi la breve pausa di raccoglimento, che precede i cataclismi così orali come fisici. Le scomparve il riso dalle labbra, le si accese un fuoco cupidissimo, negli occhi. Ned osava confessare a sé medesima cosa desiderasse, confessarselo esplicitamente, collocando i titoli sugl'i; non siamo franchi, nojaltri uomini, neppure ne' colloqui con la coscienza nostra. Eppure ch'ella ne convenisse o no, che l'avvertisse o no, pure, la passione le si presentava fatalmente, sotto le forme di quel Maurizio, nel quale, prima di ella l'aveva vista così rigogliosa e potente e (come a lei pareva) sublime. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 108)
*Ebbene, accettava, rassegnatamente, (che dico?) giojosamente, questo mestissimo avvenire. E sentite, poi, asserire, che chi s'abbandona, al cosiddetto vizio, non cerca, se non il piacere! Ah se sapessero quanta e qual forza di animo ci voglia, spesso, per perseverare sulla via dell'inferno! se sapessero quanto è aspra, quanti doveri e pesantissimi impone! quanto più agevole sarebbe il batter la strada della virtù convenzionale! Eh no! si preferisce soffrire, combattere, esser condannato, da' buoni e dagl'ipocriti, esser vilipeso e scornacchiato e sputacchiato, pur di conformarsi a ciò, che la passione ci addita. È da uomini il far così. (p. 113)
*Così è, quando si ama molto e si è persona di mondo, certi pregiudizi religiosi, morali, civili cadono, di per sé: che importa la legittimità del legame? le formalità nel contrarlo? Il meno guarentito sembra, quasi quasi, più rispettabile, perché patto di onore, senza sanzione legale. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 153)
 
==''Passeggiate romane''==
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*Epoca di pappagalli, sta bene il sapere come gli altri la pensano, ma sta bene anche di pensare un po' di quando in quando. Si [[lettura|legge]] tanto assai e si riflette tanto poco! siamo un po' come quei suoli i quali, sterili di per sé, non sanno produrre che la pianta che vi semini concimi ed annaffi ogni giorno. (da ''Mare piano'', p 230)
*[...] non è la pugna, non è la disfatta che si deplora, quando s'è avuto a fare con un nimico ma rompersi le corna contro un muro! Così accade al mare che batte e batte le immobili sponde. Così accade tante volte in [[amore]]: tu soffri, e non ti si bada; tu parli, e si pensa ad altro; tu deliri, e si passa oltre. Ed ogni tuo dire e fare e soffrire è indarno, non perché vi sia altri più gradito, non perché sii sgradito, ma perché ami un sasso. (da ''Crociata accademica'', p. 236)
 
==''Dio ne scampi dagli Orsenigo''==
===[[Incipit]]===
Non presumo sputar fuori ned un paradosso, ned una novità; credo, anzi, ripeter cosa, ormai, consentita, da chiunque s'intenda, alcun po', della partita, dicendo "che una relazione è, quasi sempre, più pesante del matrimonio". Sicuro! Impone obblighi maggiori, senza diritti corrispettivi: e la parte piacevole tocca, non di rado, al marito; e la gravosa all'amante. Questo perché l'amore non è da tutte: bensì, da pochissime, arcipochissime. L'amore, anch'esso, è manifestazione della fantasia; la facoltà d'amare è cognata alla virtù poetica. Se una femmina non ha il cervelluzzo congegnato in quel dato modo, ben potrà civetteggiare, condiscendere, eccitare, lusingare, promettere, deludere, crucciare e crucciarsi, bisticciarsi, rappattumarsi, come chiunque sa contar fino a undici può scandire endecasillabi; ma i versi, per sé soli, non fanno poesia, né le condiscendenze, da sole, costituiscono l'amore.
 
===Citazioni===
*Così è, quando si ama molto e si è persona di mondo, certi pregiudizi religiosi, morali, civili cadono, di per sé: che importa la legittimità del legame? le formalità nel contrarlo? Il meno guarentito sembra, quasi quasi, più rispettabile, perché patto di onore, senza sanzione legale. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 153)
*[...] così porta la natura nostra: in pubblico (se, anche il pubblico è ridotto al termine minimo d'un solo individuo) affettiamo sensi sdegnosi e noncuranza suprema; soli con noi medesimi, operiamo in aperta contraddizione di quelli. V'è un po' d'[[ipocrisia]], anche, nella virtù più incorrotta e sincera. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 105)
*Fra l'Inferno ed il Paradiso dantesco, c'è da esitare? Non per la Salmojraghi! La sofferenza le apparve cosa desiderabile; la colpa o ciò, che, sino allora, aveva chiamato con questo nome, quasi, uno stato di grazia, moralmente superiore alla inerte e sterile innocenza. Avete, mai, visto in uno sperimento chimico, ravvicinare due sali, la base di ciascuno de' quali abbia maggiore affinità con l'acido dell'altra, che non col proprio? si decompongono e, contemporaneamente, ecco costituiti due copri, diversi da' primi. Come avviene, che la pietra infernale ed il sal comune, ravvicinati si trasformino in nitrato di sodio ed in cloruro di argento, così era accaduto nel ravvicinamento del Radegondato di serenità con l'Almerinduro di passione. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 107)
*Il [[dolore]] è la forma più intensa di vita, è sovreccitazione: quindi, il ricerchiamo. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 72)
*Questo profondo desiderio della passione era, già, di per sé, la passione stessa: non la bufera, che sconquassa l'animo, anzi la breve pausa di raccoglimento, che precede i cataclismi così orali come fisici. Le scomparve il riso dalle labbra, le si accese un fuoco cupidissimo, negli occhi. Ned osava confessare a sé medesima cosa desiderasse, confessarselo esplicitamente, collocando i titoli sugl'i; non siamo franchi, nojaltri uomini, neppure ne' colloqui con la coscienza nostra. Eppure ch'ella ne convenisse o no, che l'avvertisse o no, pure, la passione le si presentava fatalmente, sotto le forme di quel Maurizio, nel quale, prima di ella l'aveva vista così rigogliosa e potente e (come a lei pareva) sublime. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 108)
*"[...] una [[relazione]] è, quasi sempre, più pesante del [[matrimonio]]". Sicuro! Impone obblighi maggiori, senza diritti corrispettivi: e la parte piacevole tocca, non di rado, al marito; e la gravosa, all'[[amante]]. Questo, perché l'[[amore]] non è da tutte; bensì, da pochissime, arcipochissime. L'amore, anch'esso, è manifestazione della fantasia; la facoltà d'amare è cognata alla virtù poetica. Se una femmina non ha il cervelluzzo congegnato in quel dato modo, ben potrà civetteggiare, condiscendere, eccitare, lusingare, promettere, deludere, cruciare e crucciarsi, bisticciarsi, rappattumarsi, come chiunque sa contar fino ad undici può, scandire endecasillabi: ma i versi, per sé soli, non fanno poesia, né le condiscendenze, da sole, costituiscono l'amore. Il senso n'è sustrato e presupposto, non essenza. (Allori Edizioni, Ravenna, 2004, p. 61)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==