Bologna: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Augusto Majani
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*''Bella e dolce Bologna! Vi ho passato sette anni, forse i più belli...'' ([[Pier Paolo Pasolini]])
*Bologna era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del [[Giosuè Carducci|Carducci]]. ([[Rino Alessi]])
*Bologna ''la dotta'' per modo di dire e ''la grassa'' per modo di fare, è sempre stata la città più adatta per lo sviluppo de' miei istinti caricaturistici. Gli scherzi, le arguzie o anche le satire dei bolognesi hanno un sapore speciale, il sapore delle tagliatelle asciutte, dei tortellini e della mortadella; vale a dire sono i frutti di menti sane in corpi sani. Il fiele ed il veleno non entrano e non escono che raramente da bocche bolognesi; ma sol quel tanto di malizietta e di mordacità senza delle quali la satira non esisterebbe più. ([[Augusto Majani]])
*Bologna non è conosciuta quanto essa merita: le sue bellezze severe, l'aspetto tetro delle vie e delle case, le fughe di portici interminati, i giochi di ombre e di luci delle sue vie tortuose e delle sue piazze luminose, gli atrii solenni e i fastosi scaloni, le minuzie decorative delle sue terrecotte, la pacatezza degli ornati seicenteschi non consentono al viaggiatore frettoloso immediati godimenti e non strappano gridi di ammirazione. La città, che ebbe prima fra tutte una civiltà antichissima, che tanta luce irradiò a mezzo dello Studio<ref>Lo ''Studium'', nato intorno al 1088, nucleo iniziale dell'Università di Bologna.</ref> alleato al fiorire del Comune altamente democratico e umanitario, che produsse pittori a sostenere con magnifico pennello l'arte barocca, va amata pazientemente, va scoperta tratto a tratto, angolo per angolo, atto per atto, intenzione per intenzione. ([[Guido Zucchini (storico)]])
*Com'è ricca Bologna! {{sic|ho}} tuffato gli occhi di ingordo nella notte di questa città che mi seduce quanto Genova mi soggioga. Vetrine cangianti, donne che diventan irreali nella nebbia che sfuma ammorbidisce tutto. ([[Camillo Sbarbaro]])