Edgar Allan Poe: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*La luce con cui noi oggi riconosciamo le [[nebulosa|nebulose]] dev'essere semplicemente quella partita dalla loro superficie un numero enorme di anni fa [...] fantasmi di processi conclusisi nel lontano passato.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro dell'astronomia'', traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2017, p. 105. ISBN 9788858018347.</ref>
:[...] ''the light by which we recognize the nebulæ now, must be merely that which left their surfaces a vast number of years ago ''[...]'' the phantoms of processes completed long in the Past'' [...].
*[...] è chiaro non solamente che ciò che è evidente per una mente può essere non evidente per un'altra, ma anche che, ciò che è evidente per una mente ad una data epoca può essere solamente un po' evidente in un'altra epoca per la stessa mente. È chiaro, di più, che ciò che oggi è evidente anche per la maggioranza del genere umano, o per la maggioranza dei migliori intelletti del genere umano, può essere domani per questa maggioranza o più o meno evidente o anche niente affatto evidente. Si è visto, dunque, che il ''principio [[assioma]]tico'' stesso è suscettibile di variazioni e naturalmente che gli assiomi sono suscettibili di un simile cambiamento. Gli assiomi essendo mutabili, le «verità» che ne nascono sono pure necessariamente mutabili, o, in altre parole, non si può mai fare su di esse un assegnamento positivo come su verità — giacché la Verità e l'Immutabilità non sono che una stessa cosa. (1904, p. 50)
*Non esiste un essere pensante che, ad un certo punto luminoso della sua vita di pensiero, non si sia sentito perduto fra quel caos di futili tentativi per comprendere o credere che vi esiste qualche cosa ''più grande della sua propria anima''. La più profonda impossibilità di un'anima a sentirsi inferiore di un'altra; l'intensa e opprimente insoddisfazione e ribellione del pensiero; — queste non sono, colle onnipotenti aspirazioni alla perfezione, queste non sono che le lotte spirituali, che coincidono colle lotte materiali verso l'Unità originale — sono, almeno per la mia mente, una specie di prova che sorpassa di molto ciò che l'Uomo chiama la dimostrazione che nessuna anima ''è'' inferiore ad un'altra — che non vi è, e non vi può essere, niente di superiore ad un'anima qualunque — che ogni anima è, in parte, il proprio Dio — il proprio Creatore: — in una parola, che Dio — il Dio materiale ''e'' spirituale — non esiste ''ora'' che nella Materia e nello Spirito diffusi nell'Universo; e che la concentrazione di questa Materia e di questo Spirito diffusi non saranno che la ricostituzione del Dio ''puramente'' Spirituale ed Individuale. (1904, p. 100)