Daniello Bartoli: differenze tra le versioni

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*Udite: potea parere il giorno troppo più onorato con le opere della mano, di che la notte è priva, se a questa non si davano in iscambio di quelle le opere dell'ingegno. Il dì dunque ha le fatiche, la notte i pensieri; e convenienti all'uno e all'altro, quello lo strepito, questa il silenzio. (1839, p. 97)
*Ma prima di condurvi innanzi le chiocciole mi convien fare come quel savio dipintore [[Teone di Samo|Teone]] raccordato da Eliano, che non prima svelò l'immagine d'un soldato in arme esposta a un gran popolo curiosissimo di vederla, che da un pieno coro di musici facesse udire una sonata in istile guerriero, come di sfidar due eserciti a battaglia, per cui poichè vide gli spettatori aver conceputo un non so che di spiriti marziali, ritrasse la cortina dal quadro e v'apparì il soldato in sì fiero atto d'uscire addosso al nemico, che come il descrive l'istorico, sembrava avere il lampo negli occhi e 'l fulmine nella destra, tanto appariva terribile con lo sguardo e formidabile con la spada, corrente poi di foggia e in un portamento di vita, quale appunto sta bene ad un portato per impeto di furore. Tal era il soldato di Teone, per cui mostrare egli prima dispose gli animi de' riguardanti con quella sonata invitantegli a un vero spettacolo di battaglia. (1839, p. 101)
*E giacché siamo nel volerne risapere tutto tragga fuori, e ci mostri le mani e misuriangliele, se per avventura elle fossero come quelle del re [[Artaserse I Longimano]], cioè d'Assuero marito d'Ester soprannominato Longimano, perciocché l'una mano avea più lunga dell'altra; e intendasi perch'egli ad alcuni dà scarsamente e solo quando è bisogno o gli aiuti della grazia, o i beni che chiamiam di fortuna ad altri si abbondantemente che lor sopravanza e traboccano. (1839, pp. 201-202)
*Del sole [[Anastasio il Sinaita|Sant'Anastagio Sinaita]], portò una strana opinione ch'egli fosse da Dio creato qua su la terra, indi levatone e trasportatolo al quarto cielo, di dove quella virtù che giù basso giacendo potea diffondere a pro di pochi, diffondesse a beneficio di tutti, e colà fosse come il cuore della natura, dal cui vital calore ella si anima e de' cui spiriti ha vigore per muoversi ed operare. (1839, p. 240)
*Le [[verità]] più utili a sapersi, sono ancora le più facili ad intendersi.<ref name=vallardi/>