Tommaso d'Aquino: differenze tra le versioni

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*Dio avrebbe potuto creare un mondo senza uomini, e in seguito avrebbe potuto produrre l'uomo.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della filosofia'', traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 92. ISBN 9788858014165</ref>
*Dovremmo verificare se vi è contraddizione tra l'essere creato da Dio e l'essere eterno.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della filosofia'', traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 93. ISBN 9788858014165</ref>
*È necessario affermare che ogni [[male]], in un modo o nell'altro, ha una causa […] il male nell'azione stessa viene causato diversamente che nell'effetto. Si ha il male nell'azione per il difetto di qualche causa dell'azione medesima, e cioè della causa agente principale, o di quella strumentale […] negli esseri dotati di volontà, il difetto dell'azione (il male) viene dalla volontà attualmente difettosa (errore), perché non attualmente sottoposta alla sua regola. E tuttavia questo difetto non è ancora una colpa: ma la colpa segue dal fatto che si opera con tale difetto (libera adesione all'errore).<ref>Da ''S. Th.'' Iª q. 49 a. 1 ad 3; citato in Carlo Di Pietro, [https://www.radiospada.org/2013/06/rileggere-san-pio-x-per-capire-la-crisi-attuale/ ''Rileggere San Pio X per capire la crisi attuale''], ''radiospada.org'', 11 giugno 2013.</ref>
*I doni della grazia si aggiungono alla natura in modo da non toglierla di mezzo, ma da perfezionarla: perciò anche il lume della fede che ci fu infuso per grazia non distrugge il lume della conoscenza naturale che in noi è naturalmente presente. Sebbene il lume naturale della mente umana sia insufficiente alla manifestazione di quelle cose che attraverso la fede si manifestano, è tuttavia impossibile che le cose che ci sono attraverso la fede tramandate divinamente siano contrarie a quelle che ci sono date per natura. In questo caso occorrerebbe che o le une o le altre fossero false; e poiché sia le une sia le altre ci vengono da Dio, Dio sarebbe per noi autore della falsità: il che è impossibile. [...] Per conseguenza possiamo nella sacra scrittura adoperare la filosofia in tre modi. In primo luogo, a dimostrare i preamboli della fede, che sono necessari alla scienza della fede; tali sono le cose che si dimostrano intorno a Dio con la ragione naturale: che Dio esiste, che Dio è uno e altre verità di Dio e delle creature che in filosofia sono dimostrate e che la fede presuppone. In secondo luogo, la filosofia può essere adoperata a chiarire, mediante similitudini, cose che sono di pertinenza della fede; come Agostino nel de Trinitate si serve di numerose similitudini desunte da dottrine filosofiche per chiarire la Trinità. In terzo luogo, si può anche resistere alle obiezioni che si fanno alla fede sia mostrando che sono false, sia mostrando che non sono necessarie.<ref>Dal ''Commento al "De trinitate" di Severino Boezio'', proemio, q. 2, a. 3.</ref>
*Il [[maestro e discepolo|maestro]] si limita a «muovere», a stimolare il [[maestro e discepolo|discepolo]] e il discepolo solo se risponde a questo stimolo – sia durante che dopo l'esposizione del maestro – arriva ad un vero apprendimento.<ref>Citato in [[Albino Luciani]], ''Illustrissimi'', p. 135, premessa di [[Igino Giordani]], commento di [[Giovanni Mocchetti]], Edizioni A.P.E., Mursia, Milano, 1979.</ref>