Aron Jakovlevič Gurevič: differenze tra le versioni

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*Il banchiere [[Jacques Cœur|Jacques Coeur]], «il primo magnate finanziario d'Europa» (circa 1395–1456), che ha investito i suoi capitali in tutte le possibili imprese di lucro e ha interessi nell'Europa intera, diventa tesoriere e ministro del re di Francia, Carlo VII, partecipando all'attuazione delle riforme dello Stato nonché alla politica militare e diplomatica francese.<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', 1987, p. 294.</ref>
*Il calo dell'attività economica, il colossale decremento della popolazione in seguito alla [[Peste nera|Grande Peste]] del 1348-49 (intesa dai contemporanei come la manifestazione dell'ira divina per i peccati degli uomini) costituiscono la fonte di una seria crisi psicologico-sociale e morale che colpì anche il ceto mercantile. La morte diventa una vicina conoscente e una permanente minaccia.<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', 1987, p. 308.</ref>
*La personalità e i principali valori di vita del mercante italiano della fine del XIV secolo - inizio del XV secolo emergono non meno chiaramente nei ''Ricordi'' di [[Giovanni Morelli (memorialista)|Giovanni di Pagolo Morelli]] (1371 – 1444), abbraccianti il periodo tra il 1393 e il 1421. Questo rampollo di tintori e di drappieri non apparteneva alle famiglie eminenti dell'oligarchia fiorentina né possedeva grandi ricchezze. Mercante di medio rango che con operosità e parsimonia aveva messo insieme un certo patrimonio, nelle sue memorie non destinate alla pubblicazione, espose in maniera sufficientemente aperta i suoi princìpi, i quali erano senza dubbio anche quelli di molti suoi compatrioti-confratelli di classe.<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', 1987, pp. 302-303.</ref>
*La vita di [[Jacques Cœur|Jacques Coeur]] è piena d'avventure e vicissitudini. Ma lo è anche quella di un commerciante di livello incomparabilmente più modesto come [[Bonaccorso Pitti|Buonaccorso Pitti]], un contemporaneo più anziano di lui (1354 – 1430). Egli prese parte attiva agli affari pubblici di Firenze e, sentendosi alla pari con la più alta aristocrazia, partecipò alle guerre e agli intrighi politici, immischiandosi nella lotta dei partiti della sua città.<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', 1987, pp. 294-295.</ref>
*[[Giovanni Morelli (memorialista)|Morelli]] è un uomo estremamente cauto e prudente. Egli insegna come arricchirsi senza rischio e senza correre dietro al profitto di ciò che è pericoloso. In questo senso Morelli è forse più rappresentativo del ceto mercantile tardo-medievale con la sua fedeltà al principio della «moderatezza».<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', 1987, p. 302.</ref>