Aron Jakovlevič Gurevič: differenze tra le versioni

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*Ai nove cori angelici descritti un tempo dallo [[Pseudo-Dionigi l'Areopagita|Pseudo-Dionigi]] corrispondono nove ordini comprendenti gli individui che svolgono i vari servizi. Come i cori inferiori degli angeli servono quelli superiori, così gli ordini inferiori degli uomini sono sottomessi a quelli superiori. Se nella gerarchia angelica tre cori sono i superiori, esattamente nello stesso modo tre ordini di uomini si innalzano al di sopra di tutti gli altri, poiché lo stesso Creatore li ha scelti affinché tutti gli altri ubbidiscano. Questi tre ordini sono i sacerdoti con a capo il papa, i monaci e i giudici laici, comprendendo l'imperatore, i re, i duchi, i conti e tutti i signori secolari. I primi due hanno cura delle anime dei cristiani, il terzo del loro benessere terreno, difendendo anche le vedove e gli orfani.<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', a cura di [[Jacques Le Goff]], Editori Laterza, Roma-Bari, 1987, p. 285. ISBN 88-420-2947-5</ref>
*Alla ricerca della «fortuna» [[Bonaccorso Pitti|Pitti]] si muove da Firenze a Nizza, da Avignone all'Aja e a Bruxelles, da Augusta a Zagabria, svolge incarichi diplomatici a Londra e a Parigi, presso la corte dell'imperatore del Sacro Romano Impero, occupa alti uffici nella repubblica fiorentina. Mercante avveduto, è anche un accanito giocatore di dadi, il quale perde e vince somme di denaro che poi annota con meticolosa cura.<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', 1987, p. 295.</ref>
*Il banchiere [[Jacques Cœur|Jacques Coeur]], «il primo magnate finanziario d'Europa» (circa 1395–1456), che ha investito i suoi capitali in tutte le possibili imprese di lucro e ha interessi nell'Europa intera, diventa tesoriere e ministro del re di Francia, Carlo VII, partecipando all'attuazione delle riforme dello Stato nonché alla politica militare e diplomatica francese.<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', 1987, p. 294.</ref>
*Il calo dell'attività economica, il colossale decremento della popolazione in seguito alla [[Peste nera|Grande Peste]] del 1348-49 (intesa dai contemporanei come la manifestazione dell'ira divina per i peccati degli uomini) costituiscono la fonte di una seria crisi psicologico-sociale e morale che colpì anche il ceto mercantile. La morte diventa una vicina conoscente e una permanente minaccia.<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', 1987, p. 308.</ref>
*La personalità e i principali valori di vita del mercante italiano della fine del XIV secolo - inizio del XV secolo emergono non meno chiaramente nei ''Ricordi'' di [[Giovanni Morelli (memorialista)|Giovanni di Pagolo Morelli (1371 – 1444), abbraccianti il periodo tra il 1393 e il 1421. Questo rampollo di tintori e di drappieri non apparteneva alle famiglie eminenti dell'oligarchia fiorentina né possedeva grandi ricchezze. Mercante di medio rango che con operosità e parsimonia aveva messo insieme un certo patrimonio, nelle sue memorie non destinate alla pubblicazione, espose in maniera sufficientemente aperta i suoi princìpi, i quali erano senza dubbio anche quelli di molti suoi compatrioti-confratelli di classe.<ref>Da ''Il mercante'', in ''L'uomo medievale'', 1987, pp. 302-303.</ref>