Papa Pio X: differenze tra le versioni

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o paredra, ipostasi imperiale ed interregionale, essenza sfuggita al sacro recipiente dove dovrebbe restare custodita, l'NDR forse è da rivedere. Fra un'evasione e l'altra faccia come l'admin di condominio, legga: https://fr.wikisource.org/wiki/Page:Revue_des_Deux_Mondes_-_1904_-_tome_20.djvu/290
fix, di chi è la traduzione douceur: docilità?
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*Che questi sacerdoti [consacrati alle opere di azione cattolica] non si lascino allontanare dalla buona strada, nel labirinto delle opinioni contemporanee, dal miraggio di una falsa democrazia. Che non prendano in prestito dalla retorica dei peggiori nemici della Chiesa e del popolo un linguaggio enfatico, pieno di promesse tanto sonore quanto irrealizzabili. Che siano persuasi che la questione sociale e la scienza sociale non sono nate ieri; che in ogni tempo la Chiesa e lo Stato, in felice accordo, suscitarono a questo scopo organizzazioni feconde; che la Chiesa, che mai tradì la felicità del popolo con alleanze compromettenti, non ha bisogno di liberarsi dal passato, poiché le basta riprendere, con l'ausilio dei veri artefici della restaurazione sociale, gli organismi distrutti dalla Rivoluzione, adattandoli, con lo stesso spirito cristiano che l'ispirò, al nuovo ambiente creato dall'evoluzione materiale della società contemporanea. Infatti i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari né innovatori, ma tradizionalisti. (da Acta Apostolicae Sedis, Typis Polyglottis Vaticanis, Romae 1910, vol. 2, p. 631)
*Chi si ribella all'autorità della [[Chiesa cattolica|Chiesa]], sotto l'ingiusto pretesto che essa invade i termini dello Stato, impone dei termini alla verità. La Chiesa domina il mondo perché è la sposa di Gesù Cristo. Avendo tutto in comune con lui, ricca dei suoi beni, depositaria della verità, essa sola può rivendicare dai popoli la venerazione e l'amore. (da un discorso rivolto a pellegrini francesi nel 1909; citato in [[Luigi Salvatorelli]], ''La Chiesa e il mondo'', Editrice «Faro», Roma, 1948, cap. XVIII, pp. 131-132)
*{{NDR|In risposta alla domanda del Cardinale decano Luigi Oreglia di Santo Stefano sul nuovo nome pontificale}} Confidente nei suffragi dei santi Pontefici che hanno onorato il nome di Pio con le loro virtù e che hanno difeso la Chiesa con forza e docilità, io scelgo di chiamarmi Pio X.
*''Confiant dans les suffrages des saints Pontifes qui ont honoré le nom de Pie par leurs vertus et qui ont défendu l'Église avec force et avec douceur, je veux être appelé Pie X.''<ref>Testimonianza del cardinale François-Désiré Mathieu,. citataCitato in Cristina Siccardi, ''San Pio X. {{small|Vita del papa che ha ordinato e riformato la Chiesa}}'', San Paolo Edizioni, Milano, 2014, p. 42. ISBN 978-88-215-9276-8.</ref>
*Ecco la più grande santa {{NDR|[[Teresa di Lisieux]]}} dei tempi moderni (citato in AA.VV., ''Teresa di Lisieux. Genio e santità.'' Edizioni del Teresianum, Roma, 1996)
*Fin dai primordi del nostro Pontificato rivolgemmo la massima cura all'istruzione religiosa del popolo cristiano e in particolare dei fanciulli, persuasi che gran parte dei mali che affliggono la Chiesa provengono dall'ignoranza della sua dottrina e delle sue leggi. I nemici di essa le condannano bestemmiando ciò che ignorano, e molti de' suoi figli, mal conoscendole, vivono come se tali non fossero. Perciò insistemmo spesso sulla somma necessità dell'insegnamento catechistico, e lo promuovemmo da per tutto, secondo il nostro potere, sia con le Lettere Encicliche Acerbo nimis e con le disposizioni riguardanti i catechismi nelle parrocchie, sia con le approvazioni e con gli incoraggiamenti ai congressi catechistici e alle scuole di Religione, sia con l'introdurre qui in Roma il testo del Catechismo usato da tempo in alcune grandi provincie ecclesiastiche d'Italia. (Lettera al Card. Pietro Respighi, dal Vaticano, 18 ottobre 1912)