Aleardo Aleardi: differenze tra le versioni

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→‎Canti: Allineo.
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*''"Sì; quel granel di polvere che vola | là giù, è la Terra. E pari a le funèbri | che fra poco vedrai larve di mondi | qua e là disperse, anch'ella quando fia | piena la cifra de' suoi dì fatale, | così travolta andrà per lo infinito. | Svanirà l'acqua che la bagna; l'aura | che la circonda; né scintilla alcuna | più nel suo grembo celerà di foco. | Vedovata di piante d'ogni forma | vivente, fredda, cavernosa, muta | passerà in cielo come passa in mare | naufraga nave, dove tutto è morto."'' (da ''L'immortalità dell'anima'')
*''Veníano in quella vagolando a volo | festivo e obbliquo due farfalle, e l'una | l'altra inseguiva, petali viventi | aggirati dal zeffiro. Le vide | L'altissimo pittore, e a lei rivolto | Che si tacea: "Mira, amor mio, le disse: | La nostra vita fia come la vita | Di quelle due felici vagabonde, | sempre in mezzo all'april. Sarà un perenne | inseguirsi d'amore; una perenne | visita ai fiori de la gioia; sempre | inebrïati e liberi. L'avara | felicità, perpetua vïatrice, | scontri talora un solo istante al mondo, | e se ritardi ad afferrarla, sfugge, | né per rimpianti più torna. Quaggiuso | or tutto odora, tutto canta; l'aura | che tu respiri, ondeggia ai trilli novi | de gli augelli sposati; è tutta piena | dell'errabondo [[polline]] dei fiori; | l'acque e la terra cantano l'eterno | epitalamio de la vita; tutto | ama quaggiù: làsciati amare, o bella."'' (da ''Raffaello e la Fornarina'')
*''Un giovinetto | pallido, e bello, con la chioma d'oro, | con la pupilla del color del mare, | con un viso gentil da sventurato, | toccò la sponda dopo il lungo e mesto | remigar de la fuga. Avea la sveva | stella d'argento sul cimiero azzurro, | avea l'aquila sveva in sul mantello; | e quantunque affidar non lo dovesse, | [[Corradino di Svevia]] era il suo nome. | Il nipote a' superbi imperatori | perseguito venia limosinando | una sola di sonno ora quïeta. | E [[Torre Astura|qui]] nel sonno ei fu tradito; e quivi | per quanto affaticato occhio si posi, | non trova mai da quella notte il sonno. | La più bella [[Napoli|città]] de le marine | vide fremendo fluttuar un velo | funereo su la [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza]]: e una bipenne | calar sul ceppo, ove posava un capo | con la pupilla del color del mare, | pallido, altero, e con la chioma d’orod'oro. | E vide un guanto trasvolar dal palco | sulla livida folla; e non fu scorto | chi ’l'l raccogliesse. Ma nel dì segnato | che da le torri sicule tonâro | come Arcangeli i [[Vespri sicilani|Vespri]]; ei fu veduto | allor quel guanto, quasi mano viva, | ghermir la fune che sonò l'appello | dei beffardi {{sic|Angioíni}} innanzi a Dio.'' (da ''Il monte Circello'')
 
==Citazioni su Aleardo Aleardi==