Guido Ceronetti: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Guido Ceronetti==
*[[Emil Cioran|Cioran]], lo squartatore misericordioso.<ref>Dall'introduzione a E. M. Cioran, ''Squartamento'', traduzione di Mario Andrea Rigoni, Adelphi, Milano, 1981, ppp. 9-19. CitatoISBN in Giovanni Marinangeli, ''Guido Ceronetti il veggente di Cetona'', Fondazione Alce Nero, Isola del Piano (Pesaro978-Urbino), 1997, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3d4IAQAAMAAJ&dq=Giovanni+Marinangeli%2C+%27%27Guido+Ceronetti+il+veggente+di+Cetona%27%27&focus=searchwithinvolume&q=misericordioso p. 107].88-459-0459-2</ref>
*Con troppa musica in corpo, maldigerita, non si cerca il libro. La [[stampa]] ha tenuto bene finché non ha passato la linea d'ombra oltre cui cessa di essere una modificazione e una trasposizione della scrittura manuale, mentre ormai promana dalla scrittura elettronica e il libro è figlio del ''dischetto'': la lettura è attirata dalla stampa finché le resta odore di scrittura morta, di manualità viva mutata in segni piombati. Chi visita la stamperia dell'editore [[Alberto Tallone Editore|Tallone]] ad Alpignano avrà la percezione immediata di questo: il rapporto con la scrittura manuale, intatto, come condizione essenziale della vita del libro tra mani vive. Allora tu dici: ''questo è un libro'', e palpi la scrittura-madre, come riconosci un una fotografia buia, dove un'immagine dissolvente, mossa, rivela una chioma di Berenice, una donna.<br/>Voi dite che mancano i lettori: ma queste sono verità falsanti, senza paradosso vivificante. L'editoria è sterminata: è il libro che manca. (Dalla rubrica ''Lanterna rossa'' de ''La Stampa''<ref>Citato in Massimo Gatta, ''"''Questo è un libro''", Guido Ceronetti e Alberto Tallone Stampatore-Editore (1891-2008)''; in ''Cartevive {{small|Periodico dell'Archivio [[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]], Biblioteca cantonale Lugano}}'', Anno XX, n.2 (44), dicembre 2009, pp. 103-104.</ref>)
*[[Cristina Campo]], bagliore letterario, fu ben più che una "donna letterata". O non la sentirei così vicina, così tuttora fraterna...<br />Essa invita a meditare non sulla propria soltanto, ma sulla scrittura, sull<nowiki>'</nowiki>''ars'' dello scrivere, sulla Parola originaria che diventa, in una diaspora stellare illimitata, scrittura alfabetica, stile che afferra, forma metaparlante, pane soprasostanziale: miracolo possibile solo a chi ebbe con gli archetipi un rapporto stretto stretto, a chi fu reso atto a percepire le sonorità misteriose, oscure, che secerne il silenzio prudente delle Madri. (da ''Agli dei Mani di Cristina''<ref>In ''Per Cristina Campo'', a cura di [[Monica Farnetti]] e [[Giovanna Fozzer]], All'insegna del Pesce d'oro di [[Vanni Scheiwiller]], Milano, 1998, p. 249. ISBN 88-444-1450-3</ref>)