Scavi archeologici di Pompei: differenze tra le versioni

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*Con la sua piccolezza e angustia di spazio, Pompei è una sorpresa per qualunque visitatore: strade strette ma diritte e fiancheggiate da marciapiedi, cassette senza finestre, stanze riceventi luce dai cortili e dai loggiati attraverso le porte che vi si aprono; gli stessi pubblici edifici, la panchina presso la porta della città, il tempio e una villa nelle vicinanze, simili più a modellini e a case di bambola che a vere case. Ma tutto, stanze, corridoi, loggiati, è dipinto nei più vivaci colori: le pareti sono monocrome e hanno al centro una pittura eseguita alla perfezione, oggi però quasi sempre asportata; agli angoli e alle estremità, lievi e leggiadri arabeschi, da cui si svolgono graziose figure di bimbi e di ninfe, mentre in altri punti degli animali domestici sbucano da grandi viluppi di fiori. ([[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'')
*Era gente prima di tutto vivace, amica del buon vivere, erotica, amante di spettacoli e feste, largamente superstiziosa. Bilanciata tra la naturale, ovvia mercantilità di ogni popolazione rivierasca e una certa romantica malinconia suggerita dalla vicinanza dell'orrida e meravigliosa altura vesuviana, si lasciava andare ai sospiri d'amore e di tristezza che abbiamo detto: gli stessi che i napoletani dovevano tradurre in musica e canzoni. In quest'equilibrio quasi perfetto del carattere si insinuava il dilettoso inclinare a ciò che i napoletani odierni chiamano lo «sfottò». I pompeiani adoravano l'aggettivo «azzeccòso», il verso satirico, l'ironia, la battuta. Il maneggio della lingua, la secchezza pungente di alcune epigrafi graffite, appaiono talune volte miracolosi a chi, non napoletano, non sappia come nel popolo odierno queste naturali virtù poetiche e artistiche sono vive e splendide e comprovabili ad ogni quadrivio. ([[Giovanni Artieri]])
*Le citazioni dotte sono molto frequenti sui muri di Pompei. Perché? Può sorprendere, ma la cosa è spiegabile con il fatto che non c’erano blocchetti di carta e “quaderni” a portata di mano, e i materiali su cui poter scrivere o scarabocchiare erano comunque erarirari e costosi. Quindi per lasciare un messaggio alle posterità, si usavano i muri. ([[Alberto Angela]])
*Ma come invece d'andare in città m'hai portato a Pompei, tutte ruderi! (''[[Totò e Peppino divisi a Berlino]]'')
*Niente è singolare come questa reliquia, vecchia di diciassette secoli. La sorte sembra averla sepolta per dare alle generazioni future un'idea completa delle abitudini romane. La ventesima parte di Pompei appena è riportata alla luce. Si passeggia nell'anfiteatro, nel foro, nella basilica, in due teatri, uno per la tragedia, l'altro per la commedia, in quattro templi, fra i sepolcri; si percorrono tre strade sul loro antico selciato, si entra in più di cento negozi e case, alle cui porte si trova scritto il nome del proprietario, e tutti questi luoghi sono nello stesso stato in cui erano il giorno in cui furono inghiottiti. Gli altari dei templi e le tombe sono nuove come in una laboratorio di scultura; la città è spaziosa abbastanza per aver contenuto da trenta a quarantamila abitanti; i templi, il foro ed i teatri sono belli come potevano esserlo in una capitale romana e come dovrebbero esserlo in quelle della Cristianità. Siamo tutti uomini di assai cattivo gusto nel 1819. ([[Klemens von Metternich]])