Eutanasia: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: di Gustavo Raffi
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*La cura non deve marcare una distanza, non deve far emergere una estraneità, ma consentire il raggiungimento di una possibile pienezza di vita, come vuole la percezione che ormai abbiamo della salute, non più standard, ma vissuta. ([[Stefano Rodotà]])
*La peggiore delle tirannidi non è quella che uccide i suoi sudditi: è quella che arriva a impedire loro perfino di uccidersi. ([[Adriano Sofri]])
*La mia considerazione personale – probabilmente non condivisa dai più – è che prolungare la vita, in presenza di malattie terminali,senza più alcuna aspettativa e speranza, porti solo ad allungare l’agonia ed una mera sopravvivenza. A mio sommesso avviso, è ora di considerare seriamente l’eutanasia volontaria per esplicita richiesta del paziente. Bisogna ricordarsi innanzitutto di valutare la personalità del paziente e la sua volontà. Per parte mia, ritengo che l’eutanasia attiva, pur se dolorosa per la famiglia e per il medico che la va a praticare, sia una scelta accettabile, in presenza di una certa e ferrea volontà, per evitare il prolungamento di sofferenze inutili e lesive della dignità del paziente, dovendosi invero vivere con dignità e con pari dignità morire. Ritengo contestabile il mero accanimento terapeutico, quale vuota ed inutile ostinazione a proseguire le terapie, quando siano gravose per il malato e non migliorino la sua condizione terminale. ([[Gustavo Raffi]])
*La vita non sempre va conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel vivere bene. Perciò, il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Osserverà dove gli toccherà vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza.<ref>Seneca invita ad accettare la morte e a ricercare la qualità della vita (virtuosa) piuttosto che la sua lunghezza. Modernamente, questa posizione è interpretata come una critica all'accanimento terapeutico. {{cfr}} Daniele Barbieri, ''[http://www.lucacoscioni.it/effetto_welby_finalmente_si_scrive_di_eutanasia Effetto Welby, finalmente si scrive di eutanasia]'', ''Liberazione'', 17 luglio 2007; C. Angelino, ''In difesa dell'eutanasia. Stoici. Seneca. Hume. Nietzsche'', Il Nuovo Melangolo, 2007.</ref> ([[Lucio Anneo Seneca]])
*Le questioni legate alle cure mediche, in particolare alla fine della vita e quando non si è più in grado di esprimersi, sono divenute più complesse anche per effetto di un progresso medico scientifico che non dominiamo appieno. Ci pongono di fronte a interrogativi di non facile soluzione e richiedono di essere affrontate senza arroccamenti dogmatici. Se è necessaria una legge è perché le risorse tecnologiche di cui dispone oggi la medicina consentono a volte di strappare un corpo alla morte, senza restituirlo pienamente alla vita recuperando le facoltà intellettive del paziente. Occorre dunque chiedersi se sia giusto utilizzare ogni terapia, anche quando è evidente che non serve più o, addirittura, può servire solo a prolungare una agonia. Siamo chiamati tutti, laici e credenti, uomini di destra e di sinistra, medici e malati, a riflettere sui limiti della scienza, che può alleviare la sofferenza ma non evitare la naturale conclusione dell'esistenza. ([[Ignazio Marino]])