Guido Ceronetti: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni di Guido Ceronetti: Qui chi vuole spadroneggiare è l'utente e la sua paredra. E fin qui si è avuta una pazienza infinita, senza limite di tempo e di orario e non solo tempo e pazienza miei. Altro che ciurmerie calunniose...
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*Disumanizzare [[Napoli]] non deve essere stato facile, ma sembrano esserci riusciti. Un popolo che ha molto patito superando con la sua vitalità e la sua impressionante saggezza prova dopo prova è facilmente preso alla sprovvista da un'aggressione disumanizzante, che ha lo scopo di ucciderne l'anima fingendo di liberarlo; così mi spiego questo popolo stravolto, paralizzato, che non può più fare nient'altro che gonfiarsi di rumore e produrne, ingoiare caos e trombettarlo fuori.<ref>Da ''Un viaggio in Italia''. Citato in Gennaro Aspreno Galante e Nicola Spinosa, ''Guida sacra alla città di Napoli'', Società Editrice Napoletana, Napoli, 1985, [https://books.google.it/books?hl=it&id=x4A-AQAAIAAJ&dq=Disumanizzare+Napoli+non+deve+essere+stato+facile%2C+ma+sembrano+esserci+riusciti&focus=searchwithinvolume&q=demenze p. II].</ref>
*È più che legittimo che il Papa pensi alla sua Polonia. Ma anche un pappagallo è Polonia. Anche un agnello trascinato al mattatoio è disperata Polonia. Anche una piccola foca bianca del Labrador è Polonia, e addirittura più Polonia della patria polacca che anche noi amiamo. E verso le povere [[animale|bestie]], l'uomo è cento volte Unione Sovietica! Guai a esaltarne la sinistra potenza! La compassione non è divisibile.<ref>Da ''Il telegramma dell'anno'', ''La Stampa'', 3 gennaio 1982, p. 3; citato nelle note di Angela Borghesi ad [[Anna Maria Ortese]], ''Le piccole persone: in difesa degli animali e altri scritti'', Adelphi, Milano, 2016, p. 228. ISBN 978-88-459-3070-6</ref>
*''"E tu dagliene, dagliene ancora!"'' | ''Dietro l'uscio Elettra gridava'' | ''"Dagliene ancora ancora!"'' | ''Mentre Oreste la madre pugnalava'' || ''A [[Novi Ligure]] una ragazzina'' | ''Madre e fratello tranquilla sventra'' | ''Fa un mattatoio di quella villa'' | ''Con un coltello tolto in cucina.'' || ''Guàrdati madre da quel faccino'' | ''Che va alla scuola covando morte.'' | ''Domani sera ti verrà incontro:'' | ''Nei suoi occhi vedrai chi ti assassina'' [...] || ''Duemila e uno e pur sempre scruti'' | ''Gli stessi abissi torvi dei miti.'' || ''D'Argo [[Dioniso]] trasse più vita'' | ''Discetta il dotto d'Ellade e [[Fato]].'' | ''Ma a Novi giace un sangue impurgato,'' | ''Cronaca smorta, irredimita'' || ''Dice la gente: sia demolita'' | ''La casa invasa da tanto crimine.'' | ''Il padre invece ne lava i muri,'' | ''Spera il cancello spinga una sera'' | ''L'amara figlia.'' (da ''Ballata della ragazza di Novi''<ref>In ''Le ballate dell'angelo ferito'', Edizioni Il Notes Magico, 2009.</ref>)
*{{NDR|Su [[Lenin]]}} [...] inviato della Tenebra, fondatore imitabile dell'universo concentrazionario. (da ''Ti saluto mio secolo crudele'', Adelphi, Milano, 2011<ref>Citato in Luca Negri, ''[https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-06-21/miserie-destini-secolo-crudele-110421.shtml?uuid=Aa9jbnhD Miserie e destini di un secolo crudele. Le amare riflessioni di Guido Ceronetti]'', ''ilsole24ore.com'', 21 giugno 2011.</ref>)
*Gente capace di portare la Santa [[Inquisizione]] tra i [[Maya]], di far sparire il bisonte dalle praterie, di mandare missionari a convertire i [[Buddhismo|buddisti]], di chiamare crociate volute da Dio certi vomitamenti di pura canaglia su modi di vivere che li rifiutavano, sembrava bene indicata per coprire di petrolio i mari e far scivolare il DDT nei visceri dei pinguini. Gente che conserva il culto di un bandito come [[Cristoforo Colombo]], un colombo portatore-di-Cristo a quel che il nome dice, non avrà pietà dell’ultimo gatto selvatico, o dell’ultimo filo d’erba. Scienziati e giornali chiedono leggi: nazionali, internazionali ec. Nello stesso tempo, psicologi, sociologi e altra malavita, perquisiscono tutte le forme di vita associata in cerca degli ultimi tabù da incenerire. Come possano tenere, senza tabù, le leggi, si può vedere dallo stato delle leggi, dove non sia il terrore a puntellarle. Le leggi servono a poco, perché la Legge è stata abolita, e la vita facendosi sempre più disperata, piange segretamente la Legge che non ha più. (da ''Difesa della Luna'', p. 47<ref>Difesa della Luna e altri argomenti di miseria terrestre, Milano, Rusconi, 1971</ref>)