Zerka T. Moreno: differenze tra le versioni

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== Citazioni di Zerka Toeman Moreno ==
* Vidi una signora ben vestita che aggrediva a colpi di borsetta Ottavio Rosati. Lui perse il suo berretto da portiere e per difendersi agitò un piumino per la polvere. Poi la signora, strillando, lo prese a schiaffi e lui cadde per terra. Qualcuno si spaventò. Il banditore napoletano in segno di solidarietà, corse indietro a dare il suo bastone in testa alla signora ma lo fermarono. Un custode grasso gridò di chiamare la polizia ma fermarono anche lui. Dopo un po' lo vidi calmo e in ogni caso c'era troppa confusione per fermarsi. Fotografi e cameramen riprendevano un po' tutto. La gente un po’ sembrava sconcertata, un po' rideva. Poi arrivò mr. Gregoretti, il direttore del teatro, circondato da amici e giornalisti. Ci invitarono a salire con lui nel palco reale ma la signora elegante che aveva schiaffeggiato Rosati si intromise. Disse a bassa voce in inglese che, per ragioni di regia, Merlyn e io dovevamo sederci nella prima fila di poltrone in platea. Così capii che era solo un'attrice e che la scena sulla porta del teatro in cui una donna aveva aggredito Ottavio Rosati era stata tutta una finzione. L'attrice faceva parte della compagnia.<ref>Da ''La Moreno per Ciascuno a suo modo''</ref>
*Improvvisamente Ottavio Rosati, che fungeva da Maestro delle Cerimonie ed era vestito come un maggiordomo smise di parlare al pubblico e si gettò ai miei piedi cominciando a frugare sotto le mie scarpe e la mia poltrona. Pensai che si trattasse di un riscaldamento o di una metafora del travaglio psicoanalitico nell'inconscio o magari di un ritorno all'utero materno. In realtà Ottavio stava cercando una lente a contatto che gli si era staccata dall'occhio. Questa parte dell'intrattenimento mi riguardò da vicino. Le telecamere cominciarono a riprendere la scena illuminata a giorno da tutti i riflettori mobili. Merlyn e io sulle poltrone facemmo finta di niente ma non era facile con quell'uomo seriamente nei guai che imprecava e sudava sotto di noi mentre ci osservavano un migliaio di persone. Intanto ci vedevamo ingigantiti sullo schermo man mano che la voce di Dario Fò dagli altoparlanti raccontava le prime esperienze di Moreno e la nascita dello psicodramma a Vienna.<ref>Da ''La Moreno per Ciascuno a suo modo''in Atti dello. psicodramma, Astrolabio, Roma</ref>
*Pier Luigi Pirandello sembrava emozionato da questi ricordi. Gli suggerii di rivolgersi alla sua immagine mentale del nonno per dirgli, adesso, con l'esperienza acquisita nel tempo, ciò che non aveva mai potuto dirgli quando era in vita. Aggiunsi che non doveva necessariamente fare riferimento a dettagli di vita quotidiana. Dopo qualche esitazione gli parlò. Era emozionato. Disse che da bambino lo ammirava ma che non aveva potuto veramente apprezzarlo né dirgli quanto lo amava. Quando però lo invitai a invertire i ruoli, Pier Luigi aprì le braccia e disse di no (un anno dopo mi scrisse una lettera dove spiegava questo suo rifiuto). Aggiunse che voleva ringraziare nonno Luigi anche per il contributo che aveva dato a chi, come gli psicoanalisti, cerca di conoscere l'uomo per aiutarlo a vivere meglio.<ref>Da ''La Moreno per Ciascuno a suo modo''in Atti dello. psicodramma, Astrolabio, Roma</ref>
*Durante i ringraziamenti e gli applausi, attori, ballerini, cani, tigri, musicisti, fioraie, principesse, schermitori, psicodrammatisti, pirandelli veri e falsi vennero tutti trascinati per mano sul palcoscenico dal banditore e dalla sua banda di tamburi. Mancava solo la lente a contatto di Ottavio Rosati che, prima che partissi, mi chiese a che scopo l'inconscio l'avesse fatta cadere dall'occhio costringendolo a improvvisare ancora di più di quanto volesse. Due giorni dopo, prima di partire dall'Italia, ci riferirono che macchinisti e guardarobiere, pur essendo stati sottoposti a dura prova, avevano amato uno spettacolo come questo, dove finalmente a teatro avevano respirato un'aria fuori dal comune.<ref>Da ''La Moreno per Ciascuno a suo modo''in Atti dello. psicodramma, Astrolabio, Roma</ref>
*La Marina degli Stati Uniti ha comperato un teatro di psicodramma a San Diego. Viene usato specificamente per la riabilitazione degli alcolizzati. Avevano un problema enorme di alcolismo nella Marina e lo so perché uno dei miei studenti dirige il teatro alla Base Navale, nell'ospedale della Base Navale di San Diego. Ne hanno uno anche a Long Beach e uno a Norfolk e tutti riservati agli alcolizzati. Le dirò chi è stato curato lì, la signora Ford moglie di Gerald Ford a Long Beach in California e anche il fratello di Jimmy Carter, Billy, è stato curato lì di recente. E la signora Ford ha detto che lo psicodramma è stata una delle cose che l'hanno aiutata di più a guarire. <ref>Dall'intervista di Fernanda Pivano sul ''[http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/slider_pagine.html#!/19-05-1980/19-05-1980/NobwRAdghgtgpmAXGAJlALlMAaMAzAJwHsYkwBGATgHoAGAVmqoA5acx0iyq7GW2AvtnDR4ZANZwAngHciBFO3RwAHujJgBAXSA Corriere della Sera]''; citato in ''[http://www.plays.it/ipod/atti-dello-psicodramma-6/intervista-a-zerka-moreno-di-fernanda-pivano Intervista a Zerka Moreno di Fernanda Pivano - 1980 Beacon]'', ''plays.it''.</ref>
*C'è stato un avvertimento in particolare di Moreno che egli annunciò molti anni fa e che oggi è stato accettato: di considerare seriamente il pericolo della macchina, di non permettere che la macchina diventi troppo forte, che il suo funzionamento prenda il posto della creatività umana. Una delle sue affermazioni era: "L'essere umano ama i figli della sua mente molto di più che i figli del suo corpo" e direi che aveva descritto bene il pericolo con cui il mondo deve fronteggiarsi oggi.<ref>Da ''Questa sera si recita a soggetto'', in Atti dello. psicodramma, Astrolabio, Roma</ref>