Aristide Calani: differenze tra le versioni

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→‎Il Parlamento del Regno d'Italia: i siciliani, Michele Bertolami
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*Ruggero Settimo è grande di statura, quantunque ora abbattuto dagli anni; la sua fronte è ampia, dolce e benevolo lo sguardo, bianca la capigliatura; tutto nella sua figura concorre a quella maestà che gli hanno acquistata le sue alte virtù morali.<br>Ha fatto sempre mostra di coraggio civile nelle difficili occasioni; pieno di una lealtà pari ad ogni elogio, tranquillo nella cattiva e nella buona fortuna, senza ombra di ambizione e solo amante del bene della patria; affabile con tutti e dignitoso, egli è cinto dell'aureola delle antiche virtù in lui rinnovate, e così passerà la sua immagine a traverso la riconoscenza e la memoria del secolo avvenire. (parte seconda, p. 539)
 
*Ognun sa, che il siciliano, è tra gli italiani, il più caldo di cuore, e il più esaltato di mente. L'illusione poetica che non fa che balenare agli occhi dei più nella stagione primaverile, dura spesso fino alla più tarda etade, per gli uomini i quali traggono i natali, alle falde delle ardenti gole dell'Etna.<br>Il [[Michele Bertolami|Bertolami]], è un esempio tra i molti che noi potremmo citare ad appoggio della nostra asserzione. Poeta è nato, poeta ha vissuto e vive tuttora. I suoi versi sono pieni di una foga che si sente come parta dall'anima. Vi è esaltamento; ma non fittizio: perché lo si sente sincero, quantunque esagerato. (parte seconda, pp. 827-828)
 
*Il [[Anselmo Guerrieri Gonzaga|Guerrieri]] non parla spesso, ma quando parla, parla a proposito e bene.<br>Non saremo il meno del mondo esagerati affermando che il Guerrieri è uno dei più insigni letterati che possieda l'Italia al dì d'oggi. Per non dir d'altro, la sua traduzione del ''{{sic|Fausto}}'' di {{sic|Goëthe}} è un vero capo d'opera e non sarebbe<ref>Nel testo "saprebbe".</ref> mai abbastanza leggersi ed ammirarsi. (parte seconda, p. 837)