Guido Ceronetti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 17:
*L'abolizione della [[Messa tridentina]], la sparizione del predicatore dai pulpiti, il [[Canto gregoriano|gregoriano]] ammutolito, degradato ad attrattiva per turisti acustici, anch'io, quantunque fuori dalla [[Chiesa cattolica|Chiesa]], li ho patiti come un sinistro sfregio. Quei riti erano dei protettori e dei messaggeri. Potevi pensare: «non voglio quella protezione, non è quello il messaggio» e tuttavia vederli imbarcare per il Nulla creò, tra i non indifferenti, tutto un popolo di orfani... Non fu la chiesa soltanto, a perderci, in questa automutilazione atroce. (da ''Agli dei Mani di Cristina''<ref>In ''Per Cristina Campo'', p. 248.</ref>)
*L'[[allevamento intensivo|allevamento industriale]], col suo commercio mondiale, è una planetaria camera di tortura: i lunghi viaggi strazianti per mare e ferrovia, le isterectomie per mettere i feti nelle incubatrici, le continue iniezioni, le fecondazioni artificiali, le nutrizioni intensive, impregnate di orrore chimico, nel buio e nella semiparalisi, per fare lombi più grassi e carni più anemiche, i terrori, le catene, le mutilazioni, ne sono i principali strumenti. L'allevamento all'aria aperta è quasi scomparso, e l'animale nasce e muore in una prigione perpetua.<ref name="veg" />
*La strage di Pasqua (16 aprile 1995). <br>Sulla distruzione gastropantagruelica, organizzata, ingentissima, di animali a sangue caldo eccessivamente miti quando cadono queste strazianti feste religiose, vale la pena che anche una pagina politica dica qualcosa. Trattandosi di un ottimo affare, industriale-commerciale e turistico, parlarne sveglia subito il cane politico, nella sua funzione di guardiano degli affari. Ma la faccenda riguarda un po’ tutto. In quanto un consumo di massa è costume, è comportamento, e un consumo di massa che gronda sofferenza e sangue di esseri viventi non è un fatto privo di conseguenze... Di conseguenze che la ragione calcolante non può mettere in percentuali. Si tratta di conseguenze che non si vedono. Ma nessun atto passa senza lasciare un segno. Tiratemi fuori dai libri un qualsiasi greco antico e vi dirà che uno o dieci animali sacrificati possono chiamarsi un rito propiziatorio, ma trecento-cinquecentomila messi in fila per macellazione in serie e poi a sgocciolare in giganteschi mercati refrigerati, per milioni di bocche indifferenti, e neppure affamate, in base ad un appuntamento con il calendario, sono un peccato di Ybris, Misura Oltrepassata, di legge divina violata, il più certo dei peccati in qualsiasi società o tempo, e l’unico che non resti mai impunito, l’unico che non sia perdonato. (da ''Tra pensieri'', pp. 196-97<ref>edizioni Adelphi, 1994</ref>)
*L'enormità del crimine dei due giovani romani che hanno torturato e ucciso in un'orgia di droga, sesso e alcool un loro compagno attirato e designato vittima ha fatto sparire presto il caso dalla stampa quotidiana. Un meccanismo psicologico ha fatto stendere un velo di pudore su qualcosa che si andava scoprendo come oltrepassante la misura, e necessitante, come dice Stavrogin nella confessione finale dei [[I demoni|''Posseduti'' o ''Indemoniati'']] di [[Dostoevskij]], di una pena smisurata, molto eccedente il nostro diritto ma non il profondo dell’anima umana.<ref>da [https://www.ilfoglio.it/preservativi/2016/04/26/news/indemoniati-95388/ Il Filosofo Ignoto, ''Indemoniati?''], su Il Foglio, 26 aprile 2016</ref>
*L'Europa oggi è una tana enorme di [[Antisemitismo|antisemiti]] che s'ignorano e si mascherano. Quando si trattasse di accogliere i nostri fratelli [[Israele|israeliani]] profughi le porte spontaneamente aperte sarebbero poche; le molte cristiane e atee chiuse farebbero il ripugnante gesto della quenelle di Dieudonné. I preti si affannano per accogliere islamici da tutta l’Africa, ma non so quanti parroci e vescovi per il controesodo degli Ebrei che scegliessero la via della nuova Golah si muoverebbero. Nello stesso tempo non ci sarebbe nessun ritorno a una Palestina indipendente come predicano i nostri intellettuali: non ci sarebbe che un immenso vuoto. Israele di cento anni dopo insediato dalla fine del secolo XIX e l’entità Palestina sono due siamesi: se li separi li uccidi: Intendersi o morire. Gaza di Hamas esulterebbe, forse, Teheran avrebbe raggiunto il fine insensato di [[Khomeini]], ma Gerusalemme non pullulerebbe che di focolari spenti, di fornelli con ragnatele.<ref>da [https://www.osservatorioantisemitismo.it/articoli/riflessione-di-guido-ceronetti-sullantisemitismo/ ''Accoglieremmo i nostri fratelli d'Israele?''], su ''la Repubblica'', 4 novembre 2015</ref>
*Le sinistra e destra sono vecchi fantasmi arcidefunti.<ref name=fatto/>